Da una ricerca compiuta su documenti presenti presso la nostra Chiesa di Loco è stato possibile ricostruire una breve ma significativa storia degli eventi che si sono succeduti sino ai nostri giorni. Tutte le vicissitudini legate alla Chiesa sono strettamente intrecciate con la popolazione, che ha svolto, in ogni occasione, un ruolo determinante per la vita della medesima nei circa 2 secoli di esistenza. Quale luogo di culto esistesse nel passato a Loco non è dato sapere, ma nel 1820 viene eretta la Chiesa nella sua posizione e dimensione attuale.
La costruzione avviene nello stesso periodo della riedificazione della Chiesa di Rovegno, che per il crollo delle preesistente pieve, ubicata in zona limitrofa alla frazione di Valle, viene ricostruita nella sua attuale posizione.
Stante la subalternità di Loco alla parrocchia di Rovegno e a fronte dell’allontanamento della nuova Chiesa di Rovegno, si raggiunge un accordo (atto notaio G.B. Carboni del 10/08/1820) che prevede l’impegno delle frazioni di Loco Sotto e Barbieri in favore della ricostruzione della Chiesa del capoluogo e concede, in subordine, di poter costruire la nuova Chiesa a Loco, il tutto avvallato dal vescovo Isaia Volpi.
Sono escluse dall’accordo le frazioni dei Carchelli e dei Cotti in quanto erano sotto la giurisdizione della parrocchia di Casanova. Si concede inoltre la presenza di un cappellano, che dovrà essere mantenuto dalla popolazione, fatti salvi i diritti della parrocchia rovegnese.
La nuova costruzione di Loco viene consacrata come oratorio e intitolata alla Beata Vergine della Guardia.
Nel periodo 1840-1850 viene autorizzata dal Vescovo in carica e ratificata dal Senato di Genova (1848) la costruzione dell’attuale cimitero, che viene benedetto in data 21/10/1845.
Nello stesso periodo (19/03/1844) il Vescovo Giannelli concede all’oratorio di Loco la conservazione dell’eucarestia e l’erezione della fonte battesimale.
Nel 1880 viene realizzato il ponte di Rovegno, che facilita il collegamento stradale con il capoluogo.
Verso fine ottocento, dopo circa 70 anni dalla costruzione della Chiesa, si iniziano i lavori di edificazione della canonica, quale residenza del cappellano, e a seguire la costruzione del campanile. Lo sforzo economico per queste costruzioni fu sicuramente oneroso per la popolazione, di tutte e quattro le frazioni, ma un forte aiuto venne dalle persone che erano emigrate il America. Questo loro attaccamento alla terra natia è sempre stato forte e solido, e ne troviamo testimonianza in un documento dove si indicano i benefattori artefici di una raccolta di circa 1.000 dollari (14.130 dell’epoca) a favore della chiesa (da notare il simpatico stemma che si nota all’inizio dell’elenco).
Nel 1894 viene costruito il ponte in legno di Fontanigorda, che attraversando il Trebbia, facilita il collegamento con essa e rende più comodo anche il tragitto per gli abitanti dei Cotti. Il ponte verrà ricostruito in muratura dopo l’alluvione del 17/07/1908 che lo distrusse.
Nel 1908 viene commissionata la costruzione della cupola del campanile e si procede all’acquisto del concerto delle campane. E’ in questo periodo che viene nominato cappellano Don Giuseppe Borlotti, sacerdote dotato di una forte personalità, che sarà di forte stimolo per l’evoluzione della vita della comunità religiosa di Loco e della Chiesa.
Il mantenimento del cappellano e della Chiesa viene sostenuto da 371 abitanti, formati da 79 famiglie presenti sul territorio e con l’aiuto delle famiglie emigrate all’estero, che in quel momento erano 36, evidenziando che circa un terzo dei nuclei famigliari del paese aveva scelto la strada dell’espatrio in cerca di migliori condizioni.
La popolazione, con grande sacrificio e con l’aiuto degli emigrati, raccoglie una somma di Lit. 30.000 che vengono investite in obbligazioni dello stato in modo da ottenere una rendita di 1.500 lire annue per il sostentamento del cappellano.
L’attività pastorale di quel periodo è testimoniata da diversi documenti tra cui un’autorizzazione a don Borlotti per officiare la SS Messa di Natale e l’acquisto di una continenza da parte dei fedeli per un totale di ca. 20 lire (in data 28/5/1916).
Il quadro che si ricava da queste informazioni rivela che il paese di Loco, non solo aveva voluto e costruito la sua Chiesa, ma viveva e partecipava con dedizione all’attività pastorale dei sacerdoti.
Pur avendo Loco una Chiesa e un cimitero, ancora sussisteva nelle frazioni dei Carchelli e Cotti la regola che i defunti venissero tumulati nel cimitero di Casanova, con il relativo pagamento della congrua a favore della parrocchia stessa, in alternativa se si desiderava la sepoltura nel cimitero di Loco occorreva richiedere la dispensa al Vescovo.
Una volta ottenuta la dispensa, la procedura prevedeva che il parroco di Casanova recitasse il Rosario e officiasse la prima parte del funerale sino alla porta della Chiesa di Loco, dopodiché la Messa veniva officiata dal cappellano che accompagnava il feretro alla sepoltura.
Ovviamente si doveva onorare economicamente entrambi i sacerdoti.
E’ evidente che esisteva una situazione complicata, tanto è vero che il vescovo Mons. Calchi Novati in una sua relazione (Decreto Sentenza del 30 aprile 1917) evidenzia tutto ciò e sottolinea che la Chiesa di Loco, per l’attività pastorale svolta, potrebbe avere le caratteristiche per diventare una Chiesa autonoma.
Sull’onda di questa relazione il cappellano Don Boriotti, con il pieno appoggio della popolazione delle quattro frazioni, stimola la nascita di un comitato denominato “pro erigenda parrocchia di Loco” come da atto costitutivo del 18/04/1920.
Il comitato predispone, in data 20 giugno 1920 Festa di S. Barbara, una supplica nella quale espone le ragioni e le esigenze che sono alla base della richiesta di elezione a parrocchia autonoma.
A questo punto si avvia una serie di esposti e comunicazioni tra il Vescovo e i parroci, nelle quali ovviamente ognuno evidenzia le roprie ragioni, a favore o meno della supplica. Com’è facile intuire la materia del contendere era anche di natura economica e questo fu probabilmente lo scoglio maggiore da superare.
Il comitato dei frazionisti di Loco a fronte del prevedibile ostruzionismo rimarca la sua richiesta con una serie di prove a favore, contenute in una successiva relazione integrativa.
Alla fine dell’anno, dopo l’esame delle istanze dei vari soggetti, il Vescovo emette il Decreto, in data 20 dicembre 1920, nel quale concede l’erezione parrocchiale alla Chiesa di Loco dedicata a N.S. della Guardia in Loco Sotto. Finalmente dopo un secolo dalla sua costruzione la Chiesa di Loco diventa Parrocchia, con il gaudio della popolazione che, insieme a don Boriotti diventato parroco, festeggiano l’avvenimento. L’anno successivo, in data 29 settembre 1921, viene promulgato dall’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III il decreto di assenso all’erezione della parrocchia di Loco.
Comincia una nuova vita della Chiesa di Loco che si snoda sino ai giorni nostri, attraverso la tremenda seconda guerra mondiale, nella quale don Boriotti si rende protagonista di azioni a favore della sicurezza della popolazione mediando tra i belligeranti. Nel periodo conciliare si realizza la nuova facciata in marmo, il nuovo altare e il pulpito.
Purtroppo nel 2006, con la partenza di don Renato Rapetti, la Chiesa di Loco perde la dignità di parrocchia, così come avviene in tante altre chiese dei piccoli paesi.
La ricerca è stata realizzata da Gianni Parodi e Sandro Vigo.
Un cordiale ringraziamento al parroco don Giacomo Ferraglio per l’autorizzazione alla visione e pubblicazione dei documenti.
Realizzato con il patrocinio del Comitato EXPO AltaValtrebbia
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