Il periodo che comprende il tempo che intercorre fra la nascita e la morte di ciascun essere è la cosiddetta “vita”, una sequenza di fatti, conoscenze, gioie, dolori, affetti, soddisfazioni, frustrazioni, ricordi belli e meno belli. La scelta, presa a suo tempo di vivere nella mia città di Bobbio, a distanza di tanti anni la giudico azzeccatissima; anche se sotto certi aspetti qualche costo alto l’ho pagato, è andata comunque di “lusso”. Poter vivere, lavorare nel luogo dove sono nato, godermi i genitori, conoscere gomito a gomito “tutti” i concittadini dai più piccoli ai più anziani, è un patrimonio che non scambierei con tutto l’oro del mondo. Scrivere del territorio del Comune di Bobbio, come sto facendo è un piacevole passatempo che mi permette di vedere l’evoluzione dei luoghi, delle persone, ma, ahimè, anche un visibilissimo decadimento, uno spopolamento inarrestabile, un abbandono quasi totale di una campagna fertile, rigogliosa che produceva prodotti di eccellenza oltre ad ospitare nelle sue stalle cospicue mandrie di animali: bovini, equini, suini, ovini.
Senza accampare alcuna pretesa di descrivere con precisione l’attuale realtà di una delle più importanti frazioni del territorio bobbiese, mi occupo questa volta della grossa frazione di Santa Maria. L’abitato si trova a 700 metri sul livello del mare; lo si raggiunge salendo la strada provinciale che da Bobbio porta al Passo del Penice. A circa sei- sette chilometri sulla sinistra s’incontra il bivio per Santa Maria. Un grosso cartellone pubblicizza l’Albergo Ridella, storico locale con annesso giardino e pista da ballo molto frequentato negli anni cinquanta.
La prima località che si incontra al bivio è i Cornarelli, più avanti sulla destra, sopra strada, le località Ospedaletto e Case del Griso, poche centinaia di metri sulla destra il bivio per le Gorazze con la statua della Madonna che dà il benvenuto agli ospiti; poi, appare Santa Maria adagiata su un bel pianoro dove fa bella mostra di sé la chiesa dedicata a Santa Maria del Carmine con campanile slanciato che pende, ma è giudicato solidissimo. Senza fare paragoni, con altri luoghi di villeggiatura blasonati, la conca di Santa Maria, tutta verdeggiante sul piano e con alle spalle una grande pineta non sfigurerebbe con tante località di soggiorno alla moda.
Santa Maria ha dato i natali a due importanti personaggi che ne hanno onorato il nome negli Stati Uniti, Paul Draghi famosoDetective della Polizia di New York e Luciano Bellocchio che era imbarcato sulla nave da crociera Andrea Doria quando naufragò.
Paul Draghi e Luciano Bellocchio sono stati importante riferimento per i piacentini dell’Associazione degli emigrati Val Trebbia e Val Nure che per anni organizzò un incontro fra piacentini in Italia e piacentini emigrati.
Nella mappa dei luoghi di villeggiatura frequentati da tanti piacentini e lombardi, Santa Maria ha avuto un ruolo molto importante. I suoi abitanti avevano intuito che il turismo poteva dare un buon reddito e avevano ristrutturato le vecchie abitazioni per gestirvi ben 42 licenze di affittacamere. Per essere ospitatati, era necessarioprenotarsi un anno per l’altro.
Bravi artigiani, falegnami, fabbri, idraulici, muratori non scarseggiavano, come non mancavano ottimi contadini con una moltitudine di stalle che producevano buon latte e carne bovina e suina di qualità dimenticata. Esisteva la scuola elementare con almeno due insegnanti che si dedicavano ai bambini della zona. C’erano l’Ufficio postale, alcuni negozi di generi alimentari.
L’Albergo Ridella, il Ristorante Cristal e l’Antica Locanda Nobili hanno sempre soddisfatto i palati di una clientela affezionata. Nel periodo elettorale, la frazione aveva il suo seggio elettorale, con circa 300 elettori; oggi i residenti che ci “dormono” sono poco più di cento.
Di tutto questo patrimonionon c’è più quasi traccia. L’invecchiamento della popolazione, la mancanza di lavoro per i giovani, la sopraffazione dei campi da parte della fauna selvatica, ha fatto squadra e, poiché l’unione fa la forza, siamo arrivati al lumicino di una comunità che è sempre stata molto attiva, nel rispetto, nella considerazione e nel ricordo dei nostri predecessori.
Attorno alla Chiesa, dove il Parroco Don Mario Poggi, ogni domenica alle 11 celebra la Messa, ci sono tante località. Casa Draghi, Le Gorazze, Casa Poggio, Casa della Porta, Castighino, Cazzarone, La Colombaia e la Gorra; quasi sicuramente ne avrò dimenticato qualcuna. A Gorra, nella villa della famiglia Piccinini, una Cappella è dedicata a San Enrico e a San Giovanni Battista. Ogni anno, il 13 luglio, è celebrata una Santa Messa con diverse presenze, negli ultimi anni anche del vescovo diocesano mons. Gianni Ambrosio.
Pier Luigi Troglio
(Articolo tratto dal N° 34 del 25/10/2018 del settimanale “La Trebbia”)
(Fotografia di Santa Maria tratta da Il Notiziario Bobbiese)
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