E’ una scoperta archeologica eccezionale, quella avvenuta sul Monte Ramaceto, nel territorio del Comune di Orero, sebbene sul versante che guarda la Val d’Aveto.
Grazie alla fotografia scattata nel 1988 dall’allora brigadiere del Corpo Forestale dello Stato Italo Franceschini, sottoposta agli esperti della sezione Tigullia dell’Istituto internazionale di studi liguri, è stato infatti recuperato un cippo di epoca romana, databile alla metà del II secolo dopo Cristo, oggi esposto alla mostra della Sovrintendenza, allestita a Genova, a Palazzo Falcone, in via Balbi. Lo sarà sino a fine mese.
«E’ una pietra di confine, che segnava il termine della proprietà del “fiscus” e quindi dell’imperatore», spiega Giovanni Mennella, epigrafista, presidente della Tigullia. Infatti, la pietra riporta la dicitura “Caesaris N.”, che sta per “Caesaris nostri”, (proprietà) del nostro Cesare. «Non è chiaro chi fosse il confinante, se un privato o il municipium di Genua. In ogni caso, è il primo ritrovamento in tutta Italia di un cippo confinario delle proprietà imperiali. Il reperto ci fa anche rivedere completamente quello che si pensava del mondo romano in Liguria, perché una proprietà imperiale era certamente un latifondo, mentre sinora abbiamo sempre pensato che da queste parti si trovassero solo piccole proprietà fondiarie».
Probabilmente, già all’epoca, il Ramaceto era sfruttato come grandissima risorsa di legname, utile nella cantieristica navale ma anche per riscaldare le terme.
(Articolo tratto dal N° 10 del 17/03/2016 del settimanale “La Trebbia”)
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