Nella chiesa cimiteriale di San Bartolomeo di Ottone, è conservata una bella statua di Sant’Agnese, martire del IV secolo vittima di una delle più grandi persecuzioni della storia della Chiesa perpetrate dagli Imperatori Decio, Valeriano e Diocleziano.
Un cartiglio, a cimasa dell’ancona del martire, riproponeva il concetto del martirio, strumento universale del premio eterno: “Lavit stolas suas in sanguine Agni” (Ha lavato le sue vesti nel sangue dell’Agnello). La scritta, ora scomparsa, andrebbe ripristinata.
La statua di Sant’Agnese è in gesso, rifinito da abile mano e dipinto con prezioso ornato floreale sulle vesti. Un cartiglio, applicato alla base, rimanda alla manifattura: Rosa, Zanasio & C. Roma “fornitrice di Sua Santità” ha prodotto la statua di Ottone, agli inizi del secolo scorso. L’incarnato del viso è un vero miracolo dell’arte. Foglie e fiori, nell’intreccio di variopinta corona, incorniciano con grazia gioiosa, giocosa, capelli biondi; eterei, sottili, sinuosi. Occhi meravigliosi rispecchiano un animo gentile e innocente; dolce, puro. Quegli occhi attraggono, stupiscono. Incantano, commuovono. Riflettono cieli azzurri. Splendore di sole e riverberi di luna. Orizzonti sfumati, spazi infiniti. Serenità di fede ferrea che tutto supera e vince gloriosa.
L’agnellino è stretto in abbraccio affettuoso dalla Santa. Segno eloquente di tenerezza verso gli indifesi, i più piccoli, tutti gli innocenti di questa nostra, talvolta orribile, “valle di lacrime”. Specchio di santità e simbolo prezioso. Richiamo all’«Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo». Preludio all’imminente martirio di Agnese, avvenuto allo stesso modo di quello riservato agli agnelli.
Dai documenti dell’archivio risulta che la statua fu “acquisita dall’Arciprete don Felice Volpe nel 1911”. La dipartita prematura di quel pio Sacerdote (1919), impedì seguito e sviluppo alla sua importante iniziativa. La Santa, molto venerata a Roma e nel mondo cattolico, è invocata per la protezione dei fanciulli. È necessario, oggi più che mai, recuperarne tradizione e culto.
Don Felice Volpe, con l’acquisto della statua raffigurante Sant’Agnese, forse, era stato spinto dall’eco di un’altra tragedia simile. La futura Santa Maria Goretti (1890/1902), infatti, aveva la stessa età di Sant’Agnese quando fu martirizzata dal suo aguzzino (Fu santificata nel 1950, ad opera di Pio XII).
La statua di Santa Agnese di Ottone, conservata in un deposito della chiesa parrocchiale, sarà temporaneamente trasferita nel locale Museo di Arte Sacra.
Attilio Carboni
(Articolo tratto dal N° 11 del 22/03/2018 del settimanale “La Trebbia”)
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