Quando capita di incontrare un collega in un piccolo paese di montagna, i pensieri si affollano nella mente, pensieri di diverso tipo, che ci riportano lontani nel tempo. Tanto lontano che non si può non confrontare il presente con i decenni trascorsi.
Cerignale, un parroco minuto, sempre sorridente mai un sobbalzo di umore. Felice della sua gente che guida e governa con “meticolosità pastorale” come avesse un grande gregge di qualche migliaio di persone.
E’ lì dal 1960, cinquantuno anni, una vita. Gli altri dieci a Romezzano in Alta Val Ceno. La vita di questo prete sta tutta in questi due segmenti di tempo, da una montagna all’altra, da una vallata all’altra.
Immaginiamo cosa possa correre nella sua mente quando vede le sue piccole processioni di oggi e le confronta con le grandi processioni del passato. Ma non sarà mai delusione, un prete non cadrà mai nella depressione, memore di ciò che anche lui come noi ascoltava durante la vita di seminario: “un’anima vale una diocesi”.
Pensieri che gorgogliavano dentro giovedì scorso, festa della Madonna di Caravaggio, quando la piccola processione sfilò per le vie del paese. Ma la voce di Padre Minetti -Ordine dei Domenicani – era ancora alta e slanciata come venti/trenta anni fa, come quando arrivò a Cerignale la prima volta nel 1978, e questo Padre predicatore stava festeggiando il suo 25° di sacerdozio.
Tutt’attorno la campagna, verde ma abbandonata che non denota la presenza e il lavoro dell’uomo. L’agricoltura non è più, da tempo, la forza della gente che dai campi traeva motivo di vita e che dalla sua terra sapeva gioire perché trovava pane e sorriso.
La Vergine di Caravaggio passava benedicente sulle case aperte e su quelle in cui vissero i buoni contadini di un tempo.
Da Bobbio, per cordiale invito di don Vittorino, aveva raggiunto il paese un gruppo di persone che compongono il coro della Madonnina. Hanno eseguito molto bene i canti liturgici durante la Messa solenne delle ore 11. Particolarmente gradito il canto “Madonna Nera”, che inneggia alla Vergine tanto venerata in Polonia, eseguito alla fine della Messa. Si è allora sentito un caloroso applauso di approvazione e di ringraziamento.
La gente di Cerignale aveva gustato intimamente questo canto che è impostato su una melodia dolce e accattivante. Il coro di Bobbio ha gradito molto questo grazie espresso in modo così affettuoso. “Chi canta prega due volte” aveva scritto Sant’Agostino.
Quando la festa, dopo la solenne processione, volgeva al termine, don Vittorino sembrava soddisfatto per aver visto attorno alla Vergine Santa la sua gente che da sempre esprime in questa occasione la sua grande fede nella Madre di Dio.
Gli diciamo “arrivederci e buona estate”, perché questi mesi estivi li trascorrerà lassù, accanto al suo piccolo gregge, nonostante i suoi 85 anni.
Cosa pensare di questi preti, vigili sentinelle sui nostri monti, guide solerti e preziose della gente che ancora oggi, come sempre, è assetata della Parola di Dio?
Don Guido
(Articolo tratto dal N° 21 del 02/06/2011 del settimanale “La Trebbia”)
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