Raffaella, figlia di Italo Londei, il celebre partigiano comandante Italo, che, giovanissimo, rifiutò la laurea in Ingegneria per salvare la Valtrebbia, ha quell’aria di venire da lontano che ti porta a volerla conoscere. Parla con gli animali, e lo fa con gli occhi di un cerbiatto, perché è sordomuta, ma la sua storia insegna a tutti quanto, in fondo, siano sprecate le parole, se di mezzo ci sono la bellezza nel senso più alto del termine, il talento, la professionalità e la volontà di non arrendersi. I suoi genitori si erano conosciuti nella scuola magistrale di Bobbio: il primo incontro avvenne dove attualmente c’è il corridoio della celebre mostra. Dopo la seconda guerra mondiale il papà Italo aveva rinunciato a proseguire gli studi al Politecnico di Milano, dipartimento di Ingegneria. Il nonno era Maresciallo dei Carabinieri e la madre era figlia del veterinario di Ottone. Raffaella, fatta la scuola di grafica, a 21 anni aveva trovato un bel posto di lavoro alle Edizioni Condé Nast nella redazione di Vogue Bambini. «L’atmosfera creativa nella redazione di Vogue era magica» ci tiene a dire. Oggi le Edizioni CondéNast sono in fase di rinnovamento e prendono più informazioni dal network e dal computer… «Sì, la carta rimane al verde, – continua Raffaella – quindi ho rassegnato le dimissioni ad un pelo dalla chiusura della finestra per la pensione dei giornalisti». Dopo aver preso questa sofferta decisione si è sentita un’altra, con tanti nuovi progetti artistici e di vita. E dalla pensione è iniziata la riscoperta della Valtrebbia. «Attorno alla Trebbia – ha detto in un’intervista a Libertà – ci sono tanti bei posti da scoprire. Mi sono stancata di asfalto, moquette, marmo, cera lucidata… A Bobbio nell’adorabile Valtrebbia potrei preparare il mio “nido per tutta la vita”, se io trovassi un bel posto con il giardino. In questo luogo ho conosciuto molta gente e le mie amiche. Anna Bianchi, che lavora con l’arte, la fotografia, la videocamera; la pittrice Lilli Bersani, la fotografa Paola Bertuzzi, la sommelier Mari Grazia Bellocchio, il “cucchiaio ecologico” Emma Ludovico, il lungometraggio di Cosetta Isola».
(Articolo tratto dal N° 2 del 19/01/2017 del settimanale “La Trebbia)
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