“Se fossimo in Francia o in Svizzera, sarebbe già stato riaperto da vent’anni, ospiterebbe strutture ricettive e culturali e darebbe ricchezza al nostro piccolo paese. Invece Palazzo Centurione è stato abbandonato fino ad oggi”. Così ha sempre detto il sindaco di Gorreto Sergio Capelli, il comune più montano della Val Trebbia, ultimo paese ligure prima dell’Emilia.
A ridare speranza al vecchio sindaco è arrivata però la conferma che l’edificio verrà acquistato dalla Città Metropolitana di Genova. “Un sogno che si realizza, non solo per noi di Gorreto, ma per tutta la vallata – dice Capelli – presto arriverà il voto del consiglio metropolitano a mettere il sigillo su un’operazione che porterà alla riapertura di un bene prezioso unico”.
Edificato nel ‘600, ha una torre merlata e le caratteristiche bande bianco-nere. Usato per attività commerciali o per amministrare la giustizia, fu sede anche della zecca. Fino all’inizio del secondo conflitto mondiale fu proprietà dei Centurione, fu poi requisito e divenne sede di un comando militare e poi di un distaccamento partigiano.
Oggi è in abbandono e visitabile solo dall’esterno, passato di mano prima attraverso le maglie di un ordine religioso e poi di un’immobiliare milanese che adesso lo venderà alla Città Metropolitana per 200mila euro.
“Necessita di un progetto di recupero e riconversione che ne consenta l’apertura al pubblico – dice il consigliere metropolitano Claudio Garbarino, che è del territorio – ma davvero era importante che potesse iniziare un vero progetto di recupero. In questo grande spazio storico si possono immaginare strutture ricettive, sedi municipali e soprattutto tanti visitatori attirati da questa meraviglia fino ad oggi sconosciuta”.
Nel terreno sottostante sono inoltre presenti alcuni edifici residenziali abbandonati e ormai degradati che possono essere compresi e riutilizzati nel programma di valorizzazione.
L’edificio si sviluppa su quattro piani per una superficie planimetrica di circa 1300 metri quadrati, l’affaccio principale è nella piazza centrale di Gorreto.
Edoardo Meoli
(Articolo tratto da Il Secolo XIX)
(Fotografia di Giacomo Turco)
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