La mattina del 24 aprile 1945 già circolavano voci della disfatta fascista anche ad Alpe. Il paese era in fermento, non si parlava d’altro, ma scarse erano le notizie che arrivavano fin lassù. Quella mattina assieme ad una cugina i nostri genitori ci mandarono a Gorreto a fare la “spesa” ormai tranquilli e senza temere eventuali rastrellamenti. Abbiamo avuto così conferma delle buone notizie provenienti da Genova ove erano in corso combattimenti insurrezionali. .
Provveduto a tutto quel che ci occorreva, con la cugina mettemmo la spesa nel tascapane e ci incamminammo sulla via del ritorno, la mulattiera che saliva verso Bertassi, che da Gorreto era una lunga salita, affrontata con passo svelto data l’ora tarda. Forse erano le 2 del mattino, quando giungemmo lassù al termine di quel rompicollo, sostammo un poco a prendere fiato, e vedemmo laggiù sul fondo valle lungo la statale della Val Trebbia, diretti verso Genova transitavano due camion colmi di partigiani festanti e con bandiere.
All’improvviso in cielo ricomparvero a bassa quota due caccia inglesi, riconosciuti dagli stemmi della RAF che avevano sulle ali, i quali si misero a mitragliare i due camion, forse scambiati per tedeschi in fuga, chi lo sa?
Noi due restammo allibiti e nello stesso tempo increduli di che stava succedendo, ci sembrava impossibile poter ferire così barbaramente quei ragazzi per errore, quale viltà!
Udimmo provenire dai camion urla di dolore dei feriti, ma anche urla di rabbia giustificata da parte di coloro che fuggivano e si nascondevano per non essere colpiti a loro volta, mentre i due caccia volavano bassi passandoci sopra le teste, ed io per istinto e anche per paura d’esser visti, spinsi mia cugina per terra sotto un cespuglio e li ci nascondemmo, per qualche minuto. I due caccia si allontanarono e allora noi ci incamminammo velocemente verso Alpe, ove poi in giornata venimmo a sapere che in quell’attacco aereo vi erano stati dei feriti, non ricordo con precisione altro, tanto ne rimasi impaurito e sconvolto.
Il giorno dopo però “25 aprile” tutto fu diverso e le notizie giunte ad Alpe furono accolte dal paese festante.
Giornate indimenticabili che vanno sempre ricordate, nonostante il passare degli anni, e nel ricordo mio personale trovano posto gli amici partigiani: Sedici, Croce (il comandante Malatesta), Longo, Denis, Turno, Santo e tutti quelli della Divisione “Cichero”.
Agostino Zanardi
(Questo articolo è stato tratto dal N° 16 del 25/04/02 del settimanale “La Trebbia”)
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