Scabiazza (Coli)

Scabiazza (481 mt.). Sul pendio di un colle emerge la chiesa di S, Anastasia del 862, in origine probabilmente dedicata a S. Anastasio, fu alle dipendenze dell’abbazia di Mezzano. Riedificata nel XVI secolo, rimaneggiata in tempi successivi, facciata del XIX secolo, interno con soffitto a botte decorato a finti cassettoni.

(Fonte: Guida turistica “Piacenza e la sua provincia” di Leonardo Cafferini)

Gli appunti di toponomastica del Notiziario bobbiese

Dialetto: Scàbiàsa – Frazione del Comune di Coli. Dal latino “scabie” = scabrosità, rozzezza (vedi vocabolario del Forcellini). “Scàbia” nel dialetto della valle è “pendio aspro di un monte con vegetazione rada di cespugli e quercioli, il terreno è di solito arido, sassoso, calcareo”. Da “scabia” in forma dispregiativa deriva “Scabiazza”. Questo centro presenta geologicamente un fenomeno interessantissimo di bradisismo. Cinquant’anni fa da Bobbio (località “Bonsvan”) di questa località non se ne vedeva che la punta del campanile e non se ne sentivano le campane che in giornate umide con cielo coperto. Oggi se ne vede tutto il campanile, la chiesa e il cimitero; circa 30 metri di sollevamento di tutto il colle su cui poggiano gli edifici. Non può essere un abbassamento del monte di Barberino che prima ne ostacolava la vista. In vecchie cartoline il monte non ci si mostra per nulla modificato o quasi. È costituito da rocce serpentinose abbastanza salde. Dagli appunti di toponomastica del prof. E.Mandelli).

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