Dove si trova
Sant’Aloisio è una frazione del comune di Castellania Coppi (Castlanìain in dialetto tortonese, fino al 2019 Castellanìa) nella provincia di Alessandria, situato sulle colline alla destra orografica del torrente Scrivia.
Il castello
Dell’antico maniero rimangono, tutt’oggi, ben visibili, sulla vetta del monte, due tronconi di torre a pianta quadrata di circa 4 mt. per lato, originariamente alte più di 20 mt., ma inopinatamente abbassate negli anni scorsi (1948) a scopo di consolidamento, insieme con tratti dell’antica cinta muraria.
La tipologia delle due torri, in pietra locale, accuratamente squadrata, comune a tutto il Monferrato alessandrino, è sicuramente attribuibile al sec. XIII: singolare è anche l’abbinamento di due elementi fortificati identici, l’uno dirimpetto all’altro. La torre più a sud, in peggiori condizioni di conservazione, è diroccata sin quasi a metà altezza e presenta piccole feritoie. L’altra, meglio conservata, dispone di più ampie aperture e di un coronamento ad archetti, sulla sommità.
Cenni storici
Un fortilizio, in collegamento visivo con gli analoghi manufatti di Bavantore e Sorli, doveva elevarsi da tempo immemorabile in S. Alosio, sulla vetta di un cocuzzolo a 505 m. s.l.m., per dominare da un lato le valli Ossona e Grue e dall’altra quelle dei rii S. Biagio e Castellania. Sappiamo che gli abitanti del luogo, da più di 100 anni, erano tenuti a far la guardia giorno e notte al castello, suddivisi per squadre, così come a tener puliti i fossati del maniero ed a prestare la loro opera nelle necessarie incombenze di manutenzione (1391). Il castello serviva da residenza alla famiglia feudataria: un atto del 27 novembre 1418 risulta stipulato in Castro Sancti Alosij in domibus spectabilis viri domini Urbani et fratrum del Sancto Alosio, filiorum quondam domini Francisci. Il privilegio di Lodovico Sforza del 5 dicembre 1496, che riconfermava i precedenti diplomi a loro favore, fa ancora riferimento al castello o fortilizio di S. Alosio, che sorgeva in loco satis sterili, per cui i Rampini avevano dovuto sostenere non poche fatiche per mantenerlo e conservarlo a vantaggio della famiglia ducale di Milano.
Informazioni turistiche
Area aperta visitabile solo dall’esterno.
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