La banda larga dimentica l’entroterra, in Liguria interi paesi ancora isolati

La banda larga non è ancora per tutti, e il piano Banda Ultra Larga, nato nel 2015 su iniziativa del governo Renzi è a metà del guado. Doveva allacciare a internet le aree “a fallimento di mercato”, non raggiunte dagli operatori privati perché poco abitate, ma qualcosa si è inceppato. In Liguria, doveva portare la fibra a 250 mila abitazioni, scuole, strutture sanitarie, edifici comunali sparsi per 215 comuni, e si è fermata. È rimasta a quota 80 mila, fa sapere Infratel, la società del ministero delle Imprese che coordina questi interventi.

Per colmare questo buco è nato, grazie ai fondi del Pnrr, il piano Italia a 1 Giga, che a sua volta annaspa. In Liguria, l’esecuzione del piano fa capo a Fibercop, società fondata da Tim e oggi controllata da un gruppo di azionisti guidati dal fondo americano Kkr. Lo scrive la Corte dei conti nella sua ultima relazione sullo stato di attuazione del Pnrr. «Alla data del 31 gennaio 2024, risultavano collegati (in tutta Italia, ndr.) 508.162 numeri civici, corrispondenti al 15 per cento del target europeo». La misura, spiegano i giudici contabili, «sta incontrando dei rallentamenti riconducibili a difficoltà realizzative legate ai rapporti con gli enti territoriali coinvolti nell’attuazione delle infrastrutture». I maggiori problemi sono la «scarsa competitività dei listini di manodopera», la carenza «delle professionalità necessarie alla realizzazione delle opere incontrate in alcune aree del Paese» e la lentezza degli uffici: «alcuni enti nazionali e territoriali hanno incontrato difficoltà a ottenere i permessi».

Le informazioni, poi, sono discordanti. A leggere il sito bandaultralarga.italia.it, anche questo del ministero delle Imprese, nel comune di Borzonasca, entroterra di Chiavari, la posa della fibra da parte di Open Fiber sembrerebbe ultimata dal 2023; mentre per quanto riguarda il piano Italia a 1 Giga, il sito Connetti Italia, di Infratel, informa che a Borzonasca è in esecuzione il cantiere per connettere altri 174 civici e che il Comune è anche oggetto del piano “Sanità connessa”, per collegare la sua struttura sanitaria, il consultorio familiare. La versione di Giuseppe Maschio, sindaco di Borzonasca, è diversa: «La fibra qui c’è, ma non funziona. Alcuni lavori sono finiti due anni fa. Altri l’anno scorso. Ma è come avere un’acquedotto senz’acqua».

Open Fiber e Fibercop sono società “wholesale only”. Non vendono il servizio ai clienti finali ma costruiscono, fanno costruire in subappalto, la fibra e poi la affittano agli operatori. Per il noleggio della fibra ottica ogni operatore, per ogni suo abbonato, paga un costo di allaccio una tantum e un canone mensile. Agli operatori occorre un numero minimo di abbonati perché l’affitto convenga. In molte frazioni di Comuni le case sono poche, e non c’è convenienza. Può accadere, e accade, che la fibra ci sia ma non il servizio.

«Dobbiamo arrangiarci. Nella sede del Comune abbiamo un contratto con Tim, con una parabola che ci dà il collegamento di tipo Adsl», racconta Maschio. «Però i documenti pesanti non riusciamo a mandarli via e, quando piove forte, va tutto in blocco».

Rovegno, nell’alta Val Trebbia, è in condizioni simili. Sulla carta, dal sito bandaultralarga, la fibra di Open Fiber è posata e operativa dal 2023. In aggiunta, Vodafone avrebbe progettato – così dice il sito Connetti Italia – il collegamento con l’ambulatorio del paese. Per il sindaco, Giuseppe Giovanni Isola, tutto procede al rallentatore: «Tutto è fermo, gli allacci non so quando li faranno. C’è un cantiere da mesi, ma i tempi sono biblici».

Sempre in Val Trebbia, a Gorreto, la maggior parte delle case, i tre quarti circa, dovrebbero essere raggiunti. Il sito bandaultralarga fa sapere, tuttavia, che il Pcn è ancora in progettazione. Il Pcn, punto di consegna neutro, è il nodo che fornisce l’accesso agli operatore rendendo vendibile la rete. Evidentemente è un’informazione vecchia, perché l’ufficio stampa di Infratel fa invece sapere con due righe di mail che «il Pcn di Gorreto è stato realizzato e collaudato il 21 luglio 2023». Anche qui, però, il Comune racconta una storia un po’ diversa: «Il servizio non è ancora operativo anche se i lavori sono stati realizzati, salvo che nella frazione di Capoluogo, dove sono ancora in esecuzione», dice Lucia Pisotti, dipendente unica del Comune di Gorreto.

A Ortovero, provincia di Savona, va un po’ meglio. Non benissimo come parrebbe dal sito bandaultralarga, cantieri ufficialmente chiusi nel 2023. Ma, insomma, benino, come riferisce il vicesindaco con delega alla digitalizzazione Giovanni Arnaldi: «L’infrastruttura c’è. Alcuni operatori stanno proponendo la connessione. Ne sono state attivate una decina. Per le scuole, in paese abbiamo materne, elementari e medie, ci stiamo attrezzando».

Francesco Margiocco

https://www.ilsecoloxix.it/ (08/09/2024)

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