Palazzo fortificato di Zamberto

Dove si trova

Zamberto si trova a pochi km da Saliceto di Cadeo,  sul lato sinistro del torrente Chiavenna (della Chiavenna) o forse sarebbe meglio dire sul lato destro del torrente Riglio che segna il confine tra i comuni di Cadeo con Pontenure

Il palazzo fortificato

In realtà, l’intero complesso, si potrebbe definire una corte incastellata, un oratorio-gioiello barocco  tra declino e  degrado.
Il suo monoblocco centrale, massiccio e importante,  con quattro torri laterali di diverse dimensioni inserite negli angoli si presenta ancora in maniera accettabile.
Nell’ambito del recinto che racchiude l’edificio c’è l’oratorio ben visibile  a pianta poligonale  sormontato da una snella lanterna . Nella porta dell’oratorio medesimo lo stemma del casato raffigurante un pappagallo e nell’interno, che pare sia in condizioni “pietose”, pregiati stucchi.
Al suo interno vi erano pregiati camini in arenaria con motivi floreali e nella cinta originaria vi è ancora ben visibile un meraviglioso oratorio a pianta poligonale con interni finemente stuccati…ora tutto è cadente!!

Cenni storici

Un tempo in queste terre “feracissime” di Saliceto e nelle sue fattorie e monasteri “incastellati” (fortificati) tra cui lo erano anche Selvareggia o Selvarezza, Tornora e… Zamberto vivevano circa 1300 persone che si dedicavano all’agricoltura e all’allevamento mentre, nel resto del comune di Ca’ Deo gli abitanti residui ammontavano a 2000 circa nel 1890³.  Dunque,  questo comunello, era veramente molto importante; si trovava in una zona importantissima di collegamento tra Piacenza e Cremona, tra le vie romee Emilia e Postumia, tra Piacenza, Cremona e Fidenza (Fiorenzuola al tempo era ancora un semplice ma importante “mansio”, una stazione di cambio dei cavalli di alto livello imperiale..).
Zamberto, di conseguenza,  che prese il nome dalla famiglia degli Zamberti già prima del 1500, rappresentava un fortilizio “agrario” di notevole importanza per il ruolo di “fabbrica del cibo” che la sua fortunata posizione gli permetteva.
Il conte Paolo Camillo degli Zamberti, lasciò scritto che in mancanza di discendenza maschile, la grande proprietà incastellata fosse ceduta, alla sua morte,  ai nobili Nicelli o alla contessa Paola Nicellli sposata con il conte Ignazio Rocca  che si sarebbero dovuti impegnare a dare alla loro discendenza maschile il cognome Zamberti.
Così avvenne nel 1770 quando morto l’ultimo erede maschio del casato degli Zamberti, il canonico Giuseppe,    la proprietà passo ai Rocca  essendosi estinta nel frattempo la discendenza dei Nicelli.
Il discendente diretto della contessa Rocca, nata Nicelli, conte Giuseppe Rocca ereditò tutto fino a quando nel 1831, Gian Antonio Rocca, vendeva all’Opera Pia Alberoni…alla potentissima Opera Pia proprietaria,  fino a poco tempo fa, di migliaia di pertiche piacentine di fertile terra agraria tra Cadeo e Piacenza.

Informazioni turistiche

Al momento non abbiamo informazioni su questo palazzo.

Fonti

valdarda.wordpress.com
Foto di Sergio Valtolla

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