Dove si trova
Sariano è una frazione della Val Vezzeno nel comune di Gropparello, dal quale dista circa 3,5 km.
Il castello
Il castello, situato in posizione isolata ma dominante, si sviluppò attorno alla grossa torre rettangolare in pietra appena squadrata, oggi ancora visibile sul fronte occidentale. Essa venne probabilmente ampliata per formare l’attuale fronte maggiore esposto a sud-ovest, in origine coronato da merli intervallati da aperture con copertura. La pianta dell’immobile é a L, formata dal corpo posteriore, al termine del quale si trova l’ingresso con portale archiacuto in conci di pietra ben lavorati.
Cenni storici
La località, posta sulla riva sinistra del Vezzeno, dove sorge il castello di Sariano, é menzionata come Satrianus nella Tavola Alimentaria Veleiate e come Saderiano nel’800.Con quest’ultimo toponimo venne identificata anche nel 1314, quando fu occupata dalle truppe di Galeazzo Visconti, cacciate da Giovanni Salimbene e Rolando Scotti, ma poi rientrate sotto il comando di Oberto del Cario e del Pallavicino.
Il fortilizio appare per la prima volta in un documento del 1371, dove Bartolomeo, Giovanni, Cristoforo e Franceschino Pallastrelli, affermavano in presenza del Podestà di Piacenza di non accogliere nel castello né banditi, né ribelli. Nel 1382, Antonio e Stefano Pallastrelli cedettero ai cugini la loro metà del castello con armi e mobili; nel 1515, durante la dominazione pontificia, Giovanni Marco Pallastrelli ottenne la conferma dell’investitura dal Governatore; nel 1630, al tempo della peste, i Pallastrelli si serrarono nel castello di Sariano. Il 1° aprile 1656, vennero confiscati tutti i beni appartenenti a Bartolomeo Pallastrelli, detenuto nel carcere di Piacenza per avere diffuso uno scritto diffamatorio contro il duca Ranuccio. Il Pallastrelli evitò la condanna a morte decretata dal tribunale ma la moglie, Camilla Arcelli, dovette sostenere una difficile causa per rientrare in possesso dei propri beni.
Informazioni turistiche
Il castello è di proprietà privata, visitabile solo esternamente.
Fonti
www.emiliaromagna.beniculturali.it
Foto dal sito wunnish.altervista.org
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