Un progetto da 120 milioni di euro per realizzare una ventina di torri per pale eoliche alte 209 metri. Lungo il crinale che va dal monte Giarolo fino alla zona di Santa Margherita Staffora, tagliando in due la Via del Sale. Una ferita alla montagna che fa da confine tra la provincia di Pavia e quella di Alessandria.
Un progetto in realtà vecchio di dieci anni, accantonato nel 2013 per le proteste dei territori (ma anche per i ricorsi al Tar), e che ora la società “Quindici Più Energia” di Breno, in provincia di Brescia, ha depositato presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Ipotesi dal titolo: «Progetto di realizzazione di un nuovo parco eolico composto da 20 aerogeneratori denominato “Monte Giarolo” e relative opere connesse, della potenza massima complessiva di 124 MW, sito nei Comuni di Albera Ligure, Cabella Ligure, Fabbrica Curone e Santa Margherita di Staffora».
I documenti disponibili
La documentazione, per quanto vaga su alcuni aspetti (ad esempio sul come trasportare le torri lungo le strade della Val Curone), è sufficiente a comprendere cosa si deve aspettare il territorio. Le venti torri, secondo la cartografia, saranno fisicamente, anche se per poche decine di metri, nella regione piemontese, ma si affacceranno su quella lombardo, ovviamente in provincia di Pavia, e in particolare sulle aree di Santa Margherita Staffora, del monte Chiappo, di Pian del Poggio, ma saranno visibili anche da altri Comuni della zona. Insomma, un bell’impatto estetico, se così vogliamo dire. Ma a questo, vanno aggiunti due altri aspetti. Il primi, che non tocca l’Oltrepo montano, è la realizzazione delle strade per portar su quelle torri e della stazione che gestirà il loro funzionamento. Ciò che invece tocca l’Oltrepo, e il suo turismo, la sua immagine anche nazionale, è che quella strada taglierà la Via del Sale, ossia quel percorso naturale, storico, e frequentatissimo dai turisti camminatori, che da Varzi porta in Liguria.
Il no di Santa Margherita…
Gli amministratori degli enti interessati non l’hanno prese bene. Subito la bocciatura dei Comuni montani, ma anche di quello oltrepadano interessato, ossia Santa Margherita di Staffora: «Contrari, contrarissimi. Un progetto irricevibile – dice il sindaco Andrea Gandolfi –. Fermo restando che siamo favorevoli all’energia green, ci mancherebbe, non è danneggiando il territorio che si risolvono i problemi ambientali. Insieme agli altri Comuni ed enti coinvolti forniremo i nostri pareri, faremo le nostre osservazioni. Resta il fatto che siamo di fronte a un impatto devastante sotto il profilo paesaggistico e ambientale. Siamo l’unico Comune lombardo coinvolto, perché le torri saranno a pochi metri dal confine del nostro territorio, ma si vedranno anche dal Brallo, per fare solo un esempio. E non dico della Via del Sale: qui il danno sarà anche turistico, da un lato, e ambientale, visto che dovranno costruire strade e far passare camion».
… e quello della Provincia
Analoga posizione da parte del presidente della Provincia di Pavia, Giovanni Palli, presidente anche della Comunità Montana, direttamente interessata: «In seguito all’analisi del progetto raccolgo l’unanime voce di tutti gli attori dell’Appennino delle 4 Province che questo progetto, oggi come oltre 10 anni fa, danneggerebbe il nostro territorio e non può essere accettato da nessun costruttore di futuro come sono i tanti amministratori locali della Provincia di Alessandria e di Pavia. La transizione energetica verso fonti rinnovabili è un obbiettivo fondamentale, ma deve essere affrontato nel rispetto dei territori e dei principi minimi della tutela e sostenibilità ambientale, elementi chiave del percorso di sviluppo territoriale nel solco della strategie delle Aree Interne e delle numerose iniziative di sviluppo turistico in corso nell’Appennino Lombardo».
La posizione di Legambiente
«Siamo in una fase iniziale, sono necessarie parecchie integrazioni su un progetto tutt’altro che chiaro – dice Patrizio Dolcini, responsabile di Legambiente Oltrepo – . Vorrei però sottolineare un aspetto importante, ossia il fatto che oltre alle venti torri, alle strade che dovranno essere realizzate, al tema della Via del Sale che viene “intaccata”, ci sono da prendere in considerazione i circa 20 chilometri di elettrodotto che dovrà trasportare l’energia prodotta. Inoltre, siamo di fronte a pale eoliche di altezza di circa 200 metri, necessarie perché non possono essere poste in cima al crinale per rispettare i vincoli ambientali. Quindi, devono essere più alte. Ma con il vento che tira da quelle parti, con un clima che è cambiato come sappiamo, c’è il rischio che le pale se le ritrovino a San Sebastiano Curone…».
Filiberto Mayda
https://laprovinciapavese.gelocal.it (12/12/2023)
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