Scoperte che correggono la storia, in questo caso precedendo di milioni di anni ogni altra testimonianza di vertebrati di mare profondo. È quanto rivela lo studio condotto da un gruppo internazionale di scienziati guidato dal paleontologo italiano Andrea Baucon, pubblicato da “Proceedings of the National Academy of Sciences” (una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo) e presentato stamattina alla stampa al Museo di Storia Naturale di Piacenza. Le tracce fossili sono state infatti rinvenute a Quaraglio di Travo e in altre zone dell’Appennino. Il nuovo studio è stato presentato al pubblico il 22 settembre al Museo di Storia Naturale di Piacenza.
Dice l’autore dello studio, il paleontologo Andrea Baucan:”I pesci che colonizzano i fondali profondi erano dotati a circa 50 milioni di anni fa. La nostra scoperta ha portato questa data all’inizio della colonizzazione del mare profondo a 130 milioni di anni fa”.
Scoperte che riscrivono la storia, in questo caso precedendo di milioni di anni ogni altra testimonianza di vertebrati di mare profondo. È quanto rivela lo studio condotto da un gruppo internazionale di scienziati guidato dal paleontologo italiano Andrea Bacon e pubblicato da Proceedings of the National Academy of Sciences, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo e presentato stamattina al Museo di Storia Naturale di Piacenza. Le tracce fossili sono state infatti rinvenute a Quaraglio di Travo e in altre zone dell’Appennino.
Continua Andrea Baucan: “Questa scoperta è avvenuta in maniera casuale. Più di dieci anni fa avevo esplorato, assieme ad altri ricercatori di Piacenza, la zona di corallo e ho osservato degli strani buchi nella roccia. Nel corso di dieci anni ho fatto delle ricerche su dei pesci attuali, osservando che strutture producevano nel substrato, cercando cibo e allora mi è successo una lampadina. Ho detto ma non è che le tracce, i buchi osservati a corallo sono forse delle tracce di pesci? E da lì è ripartito, è ripartito tutto quanto lo studio. Le tracce dell’Appennino rappresentano le più antiche evidenze al mondo di pesci abissali”.
Essenziali allo sviluppo dello studio. Le ricostruzioni 3D condotte dal laboratorio paleontologico del Museo di Storia Naturale.
Dice Girolamo Russo, paleontologo e co-autore dello studio: “E mediante la strumentazione che abbiamo in dotazione, siamo riusciti a fare e a creare dei modelli tridimensionali. Questo chiaramente ha contribuito a facilitare il lavoro degli altri autori della ricerca per poi alla fine soddisfare le domande e i dubbi che potevano emergere durante questa ricerca”.
https://www.liberta.it/ (22/09/2023)
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