E guerra sia. Prosegue nel lago del Brugneto la lotta contro l’invasione yankee dei gamberi californiani: grazie a delle gabbie con esca posizionate in luoghi chiave ne sono stati catturati quasi 500 esemplari.
Si tratta di piccoli crostacei dall’aria apparentemente innocua ma in realtà già da tempo oggetto di un programma di cattura finanziato dall’Unione Europea perché questi animaletti scavano tane lungo le sponde, provocandone a lungo andare il cedimento, e soprattutto mettono a rischio il gambero autoctono.
Da anni sul Brugneto e lungo il Trebbia è attivo un progetto europeo che si chiama Life Claw e ha lo scopo di conservare e migliorare lo stock del gambero di acqua dolce autoctono, Austropotamobius pallipes, nell’area dell’Appennino nordoccidentale delle regioni italiane Emilia Romagna e Liguria, attraverso un programma di conservazione a lungo termine.
Parte fondamentale del progetto è la cattura dei gamberi californiani: il Parco dell’Antola ha fatto sapere con un post su Facebook che nelle ultime ore ne sono stati raccolti ben 476. In questo modo si cerca di permettere ai gamberi nostrani, più piccoli e meno aggressivi, di riconquistare lo specchio d’acqua e proliferare più facilmente.
Parallelamente è attiva una campagna di sensibilizzazione della popolazione, un monitoraggio diagnostico per rilevare l’agente della peste dei gamberi e un progetto di riproduzione del gambero autoctono in un centro che ha sede a Fontanigorda con azioni di miglioramento dell’habitat per aumentare la disponibilità di rifugi e la creazione di aree di origine per il locale Austropotamobius pallipes.
https://www.ilsecoloxix.it/(23/07/2023)
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