Il 2 novembre? Per Gorreto e Fontanigorda sarà davvero una giornata funerea, perché è in quella data che chiuderanno ufficialmente i due ambulatori Asl 3 nei paesini della Val Trebbia. Il quarto bando per assegnare il posto di medico di vallata è, infatti, andato deserto. Segno che al di là delle parole e di qualche incentivo economico, nessuno vuole andare a fare il medico generico nell’entroterra.
«Tutti parlano di rilancio di questi posti, di servizi per le zone disagiate, ma quando c’è da passare dalle parole ai fatti le cose cambiano. Lasciare i miei 95 concittadini, con età media di 65 anni, senza il dottore della mutua è come condannarli ad andarsene in città», spiega Sergio Capelli sindaco di Gorreto. Che aggiunge: «Per farci ascoltare stiamo pensando di portare le mucche in piazza De Ferrari». Gorreto si trova davvero alla periferia dell’impero, al confine con Piacenza e con l’Emilia. Fontanigorda, che di abitanti ne ha 250, è solo qualche chilometro prima, ma da mercoledì prossimo si troverà nella stessa situazione: «Sì, il nostro studio medico, messo a posto e ricavato dentro il municipio, chiude i battenti – conferma il sindaco Bruno Franceschi – per noi è un disastro, non solo per i nostri anziani ma anche per quelle piccolissime prospettive di crescita con nuove famiglie. Tra l’altro è a rischio anche la nostra unica farmacia, che ovviamente lavorava solo grazie alla presenza degli assistiti».
Nei giorni scorsi i due sindaci, grazie al supporto dell’Anci, hanno incontrato i dirigenti della Asl 3, che hanno confermato la situazione, spiegato i motivi e proposto soluzioni. «Con la Asl non c’è polemica, Bottaro e Sampietro (i due massimi dirigenti ndr) sono stati disponibili e si stanno impegnando. Ma il problema è soprattutto politico. Occorre fare qualcosa per rendere appetibile un posto da medico in queste vallate, altrimenti non verrà più nessuno», dicono i sindaci.
Sullo sfondo resta la situazione precaria di Montebruno e Rovegno, i due Comuni che fino a oggi hanno evitato la chiusura solo per la disponibilità della dottoressa Maria Teresa Merlano, che ha accettato di prorogare il suo impegno limitandolo però a questi due paesi. «Stiamo facendo tutti il possibile, ma il caso della Val Trebbia è purtroppo uno fra tanti. Dobbiamo trovare soluzioni diverse a livello nazionale e preparaci ad altre situazioni come questa», dice il direttore generale di Anci, Pierluigi Vinai. Per quanto riguarda Asl 3, il direttore socio-sanitario Lorenzo Sampietro non si nasconde: «Noi non possiamo costringere i medici ad andare nelle vallate, la carenza c’è in tutta Italia. Allo stesso tempo dobbiamo assegnare i posti con bandi e per questi due paesi ne abbiamo fatti ben quattro, andati tutti deserti. Anche un altro bando per personale di assistenza infermieristica ha subito la stessa sorte». Nei prossimi tempi si punterà a studiare alternative: «Faremo di tutto per riaprire quegli studi medici. Dobbiamo anche pensare che gli incentivi economici, che pure esistono, non bastano», aggiunge Sampietro.
Edoardo Meoli
https://www.ilsecoloxix.it/ (29/10/2022)
Related Posts