«Leggo un cartello: “transito riservato ai pedoni”. Un bambino mi chiede: “Chi sono?” Rispondo: “Le persone che adoperano le proprie gambe come mezzo di trasporto”. Penso che la decisione di assegnare un passaggio unicamente pedonale vada intesa come garanzia, sicurezza: i pedoni si pensa, sono divenuti pericolosi. La vittima in questo caso è ritenuta colpevole. La stessa pubblicità suggerisce con certa insistenza, che per tutelarci dai pericoli vale la pena di spostarci con mezzi motorizzati. L’uso delle gambe non è più di moda. In un negozio di calzature sta scritto: “scarpe comode per camminare parecchie ore”, ma chi cammina per molte ore? Basterebbero le ciabatte tanto siamo diventati indolenti, crumiri nei passi.
In passato si insegnava ai ragazzi il gusto del camminare per raggiungere una meta, per conseguire un premio, o semplicemente per raggiungere la casa dei nonni o degli amici. Ora la famiglia diventata una ditta di trasporti, tutti in macchina e via con le ruote. L’elogio e il riconoscimento del progresso giustifica un po’ tutto, anche l’aver messo a riposo le gambe fin dalla giovinezza.
Siamo in pochi ad insistere sui benefici fisici e psichici che provengono dalla deambulazione giornaliera. Una mente sana non solo ha bisogno di un corpo sano, ma anche di un corpo che si muove, di un corpo che cammina. Ecco l’impegno urgente: far camminare le persone, invogliare a fare tratti di strada, suggerire loro di fare delle gite, passeggiate, escursioni. Si tratta di ridare al corpo agilità, movimento, dinamicità e così riattivare i processi psichici. Un corpo che si muove slega la mente, la rende capace di processi liberatori, la riattiva, la ringiovanisce. Se si vuol essere longevi, occorre camminare sempre. “Camminare allunga vita”, potrebbe essere uno spot pubblicitario. Spesso mi chiedo che senso abbia frequentare piscine, palestre, campi sportivi, golf, se poi nella vita quotidiana non si cammina. Tutto diventa necessario quando si abbandona la normalità delle dinamiche corporee.
Qualcuno ritiene che a promuovere soggetti indolenti e passivi contribuiscano le comodità della vita moderna, sembra tutto predisposto per dispensare le persone dall’uso delle gambe, camminare, passeggiare lo si ritiene spesso uno sforzo inutile, un perdere energie e tempo, si cammina poco e con malavoglia.
Le scienze che si interessano dell’equilibrio psichico, ci mettono in guardia che la mancanza di movimento determina l’acutizzarsi e l’accumularsi di tensione, di pensieri negativi. Schultz, l’ideatore del training autogeno, afferma che chi si trova in difficoltà a distendersi e a rilassarsi può effettuare una bella passeggiata all’aria aperta, o camminare per percepire il corpo nei suoi molteplici messaggi. La passeggiata risulta quindi una terapia efficace, il training autogeno per il rilassamento, per vivere nel presente e non permettere alla mente di ritornare nel passato, né tantomeno di proiettarsi nel futuro.»
In passato si insegnava ai ragazzi il gusto del camminare per raggiungere una meta, per conseguire un premio, o semplicemente per raggiungere la casa dei nonni o degli amici. Ora la famiglia diventata una ditta di trasporti, tutti in macchina e via con le ruote. L’elogio e il riconoscimento del progresso giustifica un po’ tutto, anche l’aver messo a riposo le gambe fin dalla giovinezza.
Siamo in pochi ad insistere sui benefici fisici e psichici che provengono dalla deambulazione giornaliera. Una mente sana non solo ha bisogno di un corpo sano, ma anche di un corpo che si muove, di un corpo che cammina. Ecco l’impegno urgente: far camminare le persone, invogliare a fare tratti di strada, suggerire loro di fare delle gite, passeggiate, escursioni. Si tratta di ridare al corpo agilità, movimento, dinamicità e così riattivare i processi psichici. Un corpo che si muove slega la mente, la rende capace di processi liberatori, la riattiva, la ringiovanisce. Se si vuol essere longevi, occorre camminare sempre. “Camminare allunga vita”, potrebbe essere uno spot pubblicitario. Spesso mi chiedo che senso abbia frequentare piscine, palestre, campi sportivi, golf, se poi nella vita quotidiana non si cammina. Tutto diventa necessario quando si abbandona la normalità delle dinamiche corporee.
Qualcuno ritiene che a promuovere soggetti indolenti e passivi contribuiscano le comodità della vita moderna, sembra tutto predisposto per dispensare le persone dall’uso delle gambe, camminare, passeggiare lo si ritiene spesso uno sforzo inutile, un perdere energie e tempo, si cammina poco e con malavoglia.
Le scienze che si interessano dell’equilibrio psichico, ci mettono in guardia che la mancanza di movimento determina l’acutizzarsi e l’accumularsi di tensione, di pensieri negativi. Schultz, l’ideatore del training autogeno, afferma che chi si trova in difficoltà a distendersi e a rilassarsi può effettuare una bella passeggiata all’aria aperta, o camminare per percepire il corpo nei suoi molteplici messaggi. La passeggiata risulta quindi una terapia efficace, il training autogeno per il rilassamento, per vivere nel presente e non permettere alla mente di ritornare nel passato, né tantomeno di proiettarsi nel futuro.»
Tratto da “Svegliare la Vita” di don Chino
Articolo gentilmente concesso dal sito: http://www.avventurosamente.it
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