Pietro Achilli
La Val Tidone nei giorni della lotta partigiana
Diario di un seminarista tornato in famiglia a Pianello a causa della guerra
A cura di : Maria Vittoria Gazzola
Casa editrice: edizioni Pontegobbo
Collana: “I girasoli-Storie nella Storia”
ISBN 978-88-96673-54-6
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 86
Una nuova, interessante tessera al variegato mosaico nella bufera della Resistenza della Val Tidone con note esplicative su luoghi, fatti, personaggi citati e un ricco corredo d’immagini dell’epoca.
L’autore. Pietro Achilli è oggi un nonagenario dal cuore costantemente giovane. Nato il 15 dicembre 1922 a Piozzano (PC). A 11 anni entrò nel seminario urbano di Piacenza e completò poi gli studi liceali e teologici nel prestigioso Collegio Alberoni. Ordinato sacerdote nel 1946 fu inviato come curato nella parrocchia di Pecorara. Parroco a Settesorelle Vernasca in comune di Morfasso vi rimase fino al 1961, anno in cui fu trasferito alla parrocchia di Fornello in comune di Ziano Piacentino, dove nel 2014 ha ricevuto dal vescovo di Piacenza il titolo di monsignore.
Nel maggio 1944, a causa della guerra e dei bombardamenti aerei sulla città di Piacenza, il seminarista Pietro Achilli dal Collegio Alberoni è rinviato presso la propria famiglia a Pianello Val Tidone, territorio collinare obiettivo di scontri armati quasi quotidiani fra le milizie della Repubblica fascista di Salò e le formazioni dei ribelli partigiani. Rendendosi conto di essere testimoni di eventi straordinari, il giovane inizia a tenere un diario, fissando giorno per giorno, ciò a cui assiste o di cui viene a conoscenza.
Settant’anni dopo, sollecitato dalla giornalista Maria Vittoria Gazzola, monsignor Pietro Achilli, ha tolto dal cassetto il suo quaderno a righe ingiallito e l’ha reso disponibile per la pubblicazione integrale, offrendoci così la possibilità, di rivivere in presa diretta un periodo cruciale della storia piacentina attraverso gli occhi di un giovane testimone.
Questo libro scritto da un nonagenario dal cuore costantemente giovane – si legge nella prefazione di mons. Domenico Ponzini – aggiunge una tessera interessante al variegato mosaico nella bufera della Resistenza della Val Tidone e delle sue immediate adiacenze nella storia del territorio piacentino. Per comprendere a fondo il messaggio che questa pubblicazione vuole offrire, è forse necessario riflettere a ciò che il Premio Nobel ebreo per la pace Elie Wiesel pone in bocca a Elhanam, protagonista del romanzo L’oblio, il quale, pregando Dio, diceva: “Tu che prevedi l’avvenire degli uomini, aiutami a non staccarmi dal mio passato”. Sì, la memoria è l’esile filo interiore che ci tiene legati al nostro passato: quello personale, quello familiare di ciascuno, come quello della società civile cui apparteniamo o della comunità di fede in cui ci riconosciamo. Il libro lontano dal presentarci la fredda cronaca d’italiani che, spinti da militi teutonici, o in ogni modo stranieri, si sbranano fra loro, vuole essere il desiderio di un giovane che si preparava al sacerdozio, desideroso di non lasciare che l’oblio cancellasse eventi ed errori da lui e dai suoi concittadini vissuti e sofferti, ma anche perché potesse servire a rendere alle future generazioni la possibilità di trovare nel passato della loro terra la luce e la forza per rendere migliore il loro futuro.
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