Rivanazzano Terme: Dal medioevo ad oggi

Dopo il boom demografico dei primi anni 2000, Rivanazzano Terme può contare su oltre 5.000 abitanti, ed è una della località di riferimento per l’intera Valle Staffora. La cittadina ha conseguito il suffisso termale in seguito al referendum tenutosi nel maggio 2009.
Le prime tracce storiche risalgono al periodo romano. Nelle campagne di Rivanazzano in località Cascina Boarezza, sono stati rinvenuti i resti di una Villa Romana rustica di discrete dimensioni. Gli ultimi scavi, risalenti al 2017, rivelano un insediamento rurale che ha restituito molti reperti ceramici, alcuni rustici ed altri più raffinati. Poco lontano vi sono ritrovamenti di superficie costituiti anche da tessere di mosaico, questo fa pensare ad un altra villa più signorile non ancora scavata. All’interno è stato isolato un ambiente munito di un grande focolare adibito presumibilmente a cucina ad altri vani accessori a sevizio dell’insediamento rurale. Risale al I sec. d.C ed è stato abitato Il Castello di Nazzano (XI secolo) svetta sulle prime alture in due periodi il primo in età di Constantino l’altra in età di Cesare, poi abbandonato nel IV sec. d.C. probabilmente a seguito di una grande esondazione dello Staffora. Per trovare altri segni della Rivanazzano storica occorre andare poco dopo l’anno 1000, quando il paese era noto come Vico Lardario e aveva il suo fulcro in prossimità dell’attuale chiesa parrocchiale di San Germano. Dal XII secolo si costituisce un nuovo centro, Ripa, poi divenuto Riva, situato presso lo Staffora, al centro dell’abitato attuale, dove sorgerà la torre pentagonale. Allo stesso tempo, nella riva opposta del torrente, si stava sviluppando anche Nazzano, inizialmente assegnato ai Malaspina, in seguito ai domini pavesi dell’Oltrepò, poi sotto la signoria dei Sannazzaro e dei Pusterla. Dopo essere stato probabilmente di proprietà del vescovo di Tortona e di un altro ramo dei Sannazzaro, Riva viene infeudato ai Fregoso di Genova, ai Terzago, ai Pietra e ai Mezzabarba di Pavia. Questi ultimi, nel 1613, annettono anche il feudo di Nazzano, iniziando di fatto l’unione comunale dei due centri.
E così il feudo unito di Riva di Nazzano passa sotto i De Mari di Genova e ai Rovereto–De Mari dal 1712 al 1797. Nel XIX secolo il comune ottiene la denominazione di Rivanazzano. Nella località termale spiccano due fortezze, la torre medievale e il Castello di Nazzano. Per osservare quest’ultimo basta alzare lo sguardo verso l’omonimo borgo. Costruito dai Malaspina, in laterizio, intorno all’anno 1000, il Castello di Nazzano viene successivamente potenziato e valorizzato da Gian Galeazzo Visconti, in virtù della sua posizione strategica. La fortezza è costituita da un corpo principale a base rettangolare, con “appoggiata” una torre alta merlata a pianta quadrata. Una rarità, soprattutto se si pensa al contesto lombardo, è dettata dalla facciata, un ingente archivolto ogivale a fondo cieco che rappresenta l’ingresso, e una grande finestra anch’essa ogivale. Il Castello di Nazzano viene completamente restaurato nel 1905 e destinato a dimora residenziale.
In piazza Cornaggia sorge Il municipio, un edificio costruito nel 1910 in stile gotico. Nella sala consiliare è conservato un affresco della Madonna della neve opera voluta dai cittadini per ringraziare la madonna che con una copiosa nevicata debellò la peste nel 1501. L’affresco era in una cappella esistente sull’area poi occupata dal nuovo Municipio. Esaminata da Giuseppe Pellizza da Volpedo e da un esperto dell’accademia di Brera, l’opera venne attribuita ad allievi della bottega di Leonardo da Vinci che in quegli anni operava a Milano. L’opera fu recuperata, trasportata su tela ed esposta nel nuovo palazzo comunale.
Un grande parco prospiciente lo Staffora e la torre pentagonale facevano parte del Palazzo Brugnatelli. Nel parco è ancora visibile un’antica ghiacciaia dove si immagazzinava la neve d’inverno e utilizzata per conservare le derrate alimentari durante tutta l’estate.

La torre pentagonale è l’unica nella provincia di Pavia

Un monumento più unico che raro. Un manufatto dotato di un’architettura davvero particolare. Se Rivanazzano Terme è conosciuta e apprezzata come meta, lo deve sì alla Festa d’autunno e alle terme. Ma lo deve anche alla sua torre pentagonale. Dal basso medioevo a oggi: una torre che porta con sé un sacco di vissuto. Emblema e simbolo di un passato che forse non è del tutto trascorso. Questo monumento, oggi simbolo della località termale, rappresenta uno dei rari esempi di fortificazione non esagonale.
Chiunque, transitando lungo la provinciale del Penice, la può ammirare appena dopo la piazza principale del paese, quasi accanto al palazzo comunale. È una torre pentagonale irregolare, in mattoni, con scarpata e feritoie, coronata da merlatura guelfa e coperta da tetto. La torre conta ben otto feritoie. Fece probabilmente parte del castello, di cui oggi non rimane nulla, e che fu più volte distrutto nel medioevo. È un tipico esempio delle tecniche di costruzione medioevali. Ha pianta pentagonale, merlature in stile guelfo e proprio per questo motivo è anche chiamata Torre Guelfa, e un’altana coperta. Le sue caratteristiche la rendono unica fra le torri costruite in quel periodo nella provincia di Pavia. Vicino alla torre si trova un edificio la cui architettura fa presumere sia sorto sui resti di un precedente castello, di cui non restano però tracce storiche. Si ipotizza però che la torre facesse parte delle antiche mura che circondavano e difendevano, nel tardo medioevo, il borgo di Rivanazzano. La torre sarebbe l’ultimo reperto rimasto ancora intatto.
Negli ultimi anni è stata anche oggetto di un restauro generale che ha permesso di far tornare agli antichi splendori questo monumento. Dietro alla torre si trova un palazzo con alcune finestre, alquanto caratteristico, che risale alla fine del secolo XV. A fianco della torre si apre il verdeggiante parco Brugnatelli che ha origini molto antiche. La torre pentagonale misura un’altezza visibile di 19 metri. Tale misura le consente di essere ben visibile anche a debite distanze. Termina nella parte superiore con una coronatura merlata guelfa coperta da un tetto in coppi. Accanto si trova il Palazzo Brugnatelli dove sorge un’altra torre di più modeste dimensioni realizzata in mattoni a vista ganza. Attualmente viene spesso visitata da un gran numero di turisti, da appassionati di architettura, di storia dell’arte ma anche da semplici curiosi. Accanto alla torre si trova un edificio dalle fogge pseudocastellane, sorto molto probabilmente dai resti del castello, di cui purtroppo si hanno oggi poche notizie. Un monumento che testimonia di come e quanto Rivanazzano vanti e abbia una storia antichissima. Noto già prima dell’anno mille con il nome di Vico Lardario, il paese aveva il proprio centro dove adesso si trova la chiesa parrocchiale di San Germano. Centro che venne poi trasferito nelle immediate vicinanze del torrente Staffora, dove si trova la torre. Il feudo di Rivanazzano, in origine diviso tra Riva e Nazzano, fu dei Malaspina e dopo diverse vicende e proprietari, passò ai Rovereto, marchesi di Genova.

La Chiesa di San Germano fu riedificata nel 1666

La chiesa di Rivanazzano Terme, dedicata a San Germano il cui santo patrono cade ad agosto, sorge su un’antica pieve con buona probabilità risalente all’età carolingia, ovvero al periodo compreso tra i secoli VIII e IX. I primi documenti risalgono al XII secolo e nel XVI secolo figurava come pieve di San Germano di Vicolardario (ossia Rivanazzano) e comprendeva nella propria giurisdizione la chiesa parrocchiale di San Giovanni di Nazzano, la chiesa di Santa Maria dei battuti del luogo di Rivanazzano, nonché le chiese campestri di San Cassiano, San Pietro, Santa Maria di Campanile unita alla cappella di San Gerardo. Secondo quanto si desume dagli atti della visita apostolica del 1576, la pieve di Rivanazzano comprendeva la chiesa arcipresbiteriale di San Germano, l’oratorio di San Siro del luogo omonimo, la chiesa semplice di Santa Maria del luogo di Santa Maria, nonché la parrocchiale di San Giovanni di Nazzano.
Negli atti dei sinodi diocesani convocati tra XVI e XVII secolo dai vescovi di Tortona, la pieve di Rivanazzano risulta costituita dalla chiesa arcipresbiteriale e parrocchiale di San Germano di Rivanazzano, dalle chiese campestri di San Pietro e San Giovanni; rientravano nel suo ambito anche il monastero campestre di San Francesco, l’ospedale di Santa Maria della Misericordia, l’oratorio dei disciplinati. Nel XVII secolo la pieve di Rivanazzano era compresa nella terza regione della diocesi. Nel XVIII secolo la pieve di Rivanazzano risultava ancora inclusa nella terza regione della diocesi e comprendeva le parrocchie di Rivanazzano e Nazzano.
Nel 1820 Rivanazzano era inclusa nel vicariato foraneo di Viguzzolo. Nella chiesa parrocchiale di San Germano vescovo erano ancora fondati i benefici canonicati di San Marcello; San Francesco; San Pietro; San Marziano; Sant’Antonio; San Gaetano; San Sebastiano; San Giacomo; San Rocco; Santa Caterina della Purificazione: Natività di Maria Vergine; Santi Giovanni e Siro. Sul finire del 1500 la chiesa necessita di un restauro. Il tetto, il campanile e le campane hanno bisogno urgente di interventi conservativi. La manutenzione viene però trascurata e più tardi si decide per una ricostruzione integrale, che inizia verso il 1666 ad opera dell’arciprete Giacomo Sannazzaro e termina alla fine del secolo. Nel 1820, l’antico campanile viene demolito e ricostruito pochi anni dopo.
Intorno al 1830 la chiesa venne accorpata al vicariato di Codevilla, per poi essere aggregata nel 1898 a quello di Retorbido. Nei primi anni del Novecento, infine, entrò a far parte del vicariato di Voghera, al quale appartiene tutt’oggi.

R.S.

(Articolo tratto dal  settimanale “Il Punto Pavese” del 31/03/2025)

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