Inaugurati i nuovi spazi espositivi al Museo Collezione Mazzolini di Bobbio

A Bobbio, sabato 5 aprile alle ore 17, alla presenza del vescovo mons. Adriano Cevolotto sono sono state inaugurate, all’interno del Museo della Collezione Mazzolini, la nuova sala Cacopardi e la sala dedicata agli artisti contemporanei con l’esposizione dell’opera “Trasfigurazione della Madonna Sistina di Raffaello” di Romano Bertuzzi. Le opere artistiche hanno trovato sede negli ambienti laterali al lungo corridoio dell’ex abbazia che ospitavano le antiche celle dei monaci, spazi recuperati dopo un lungo lavoro di restauro conclusosi l’aprile scorso.
LA DONAZIONE
Negli ultimi mesi del 2024 è stato possibile incrementare la collezione Mazzolini; infatti la Diocesi ha acquisito un interessante nucleo di opere d’arte contemporanea grazie alla donazione del cardiologo Pasquale Cacopardi. Con questo gesto munifico il collezionista ha voluto ricordare il figlio Antonio, morto prematuramente nel 2016 all’età di 50 anni.
«La donazione – fa sapere la Diocesi – comprende quadri di Bot, che consentono di rappresentare un importante artista piacentino di cui sinora non erano presenti opere in museo, dove invece sono già esposte al pubblico composizioni del celebre Bruno Cassinari. La collezione bobbiese si arricchisce anche di creazioni dovute a Emilio Vedova, Jannis Kounellis, Ettore Spalletti, definito “l’artista dell’azzurro”, Mario Schifano (tra i maestri della Pop Art), Paolo Icaro, tuttora vivente, artisti sinora non rappresentati nella raccolta, che vanno ad accrescere ulteriormente il focus sulla storia dell’arte del Novecento, consentendo uno sguardo privilegiato anche su protagonisti della seconda metà del secolo. La donazione comprende poi un’opera di Filippo De Pisis e una di Virgilio Guidi, Emilio Scanavino, Giulio Turcato artisti già documentati in collezione dei quali è così possibile ampliare il nucleo di pezzi esposti”.
La seconda sezione del Museo Mazzolini ospita opere di artisti contemporanei piacentini e non, nel solco di quanto auspicato da Rosa Mazzolini con uno sguardo volto agli artisti affermati ed emergenti attivi nel nostro tempo. Un modo di proseguire il dialogo avviato nello studio dei fratelli Giovanni Battista Ettore e Fede Simonetti, medici attivi a Milano coadiuvati dall’infermiera Rosa cui li accomunava l’amore per l’arte al fine di coinvolgere le nuove generazioni, ponendo a confronto le correnti e i movimenti del Novecento con quanto prodotto nel XXI secolo.
Per raccogliere l’eredità morale di una collezione aperta e in ricerca dell’anima non può non esistere uno spazio come questo all’interno della raccolta: una finestra aperta, un ponte gettato, un pastello rosso per continuare a segnare i punti del sentiero già tracciato dai primi collezionisti.
Questa sala chiude il percorso espositivo rimarcando l’obiettivo iniziale che ha mosso la diocesi ad accogliere la Collezione Mazzolini: l’auspicio di mantenere vivo, o in molti casi rin- saldare, il rapporto con artisti capaci di rendere partecipe della vita divina l’umanità e, nel contempo, condividere con essa la profondità del suo limite.
L’OPERA DI BERTUZZI
Lo spazio espositivo ospita, per ora, l’opera di Romano Bertuzzi, “Trasfigurazione della Madonna Sistina di Raffaello”: una pala d’altare ispirata alla celebre Madonna Sistina di Raffaello (1513). L’artista ha ricoperto una tavola di dimensioni uguali alla tela del maestro con una tessitura rizomatica di segni ripetuti senza fine, lasciando che solo gli occhi del Bambino emergessero dallo sfondo nell’esatta posizione del dipinto originale.
La ripetizione del gesto con cui la matita ricopre il quadro di minuti segni ricorda la ritualità di una preghiera.

Da Bot a Schifano, le opere della donazione Cacopardi

Riportiamo l’elenco completo delle opere donate da Cacopardi che saranno collocate nel nuovo spazio espositivo:
Osvaldo Barbieri detto Bot (Piacenza 1895 – Piacenza 1958) olio su tela del periodo africano (1934-1940) 17.5×23.7 cm
“Negro che ride”, acquerello su carta (1938) 11.3×6.8 cm
“Casa diroccata”, olio su tela (anni ’40) 38×28.5 cm
“Pagliaccio”, tecnica mista su carta (dopo- guerra, periodo impre- cisato) 22×14.5 cm
“Enrica”, acquerello su carta (dopoguerra) 20.5×14.2 cm
“Donna seduta”, pic- cola scultura in tondino di ferro. 14x12x5 cm Virgilio Guidi (Roma 1891 – Venezia 1984),
“Incontro”, acquerello su carta (anni ’70) 27×19.2 cm Filippo De Pisis (Ferrara 1896 – Milano 1956), “Ragazzo”, matita e car- boncino su carta (1931) 32.5×22.8 cm Emilio Scanavino (Genova 1922 – Milano 1986),
“L’arco”, olio su tela (1965-66) 30×25 cm
Emilio Vedova (Vene- zia 1919 – Venezia 2006),
“Tondo”, tecnica mista su carta (1985) 28.5×20.8 cm
Jannis Kounellis (Il Pireo, Grecia 1936 – Roma 2017),
Senza titolo, catrame su carta Fabriano (2006) 33×49.5 cm
Giulio Turcato (Mantova 1912 – Roma 1995)
“Arcipelago”, olio su cartoncino (metà anni ’70) 36.5×51 cm
Ettore Spalletti (Cap- pelle sul Tavo, Pescara 1940 – Spoltore, Pescara 2019),
Senza titolo, colore e foglia oro su carta e filo d’oro (2011) 59.5 x42.5cm
Mario Schifano (Hom, Libia 1934 – Roma 1998)
Senza titolo, smalto su tela (1997) 30×20 cm Paolo Icaro (Torino 1936),
“Gocce, gocce”, scultura in gesso plaster (1996) 36x27x2 cm.

(Articolo tratto dal N° 13 del 10/04/2025 del settimanale “La Trebbia”)

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