Martedì 18 marzo, sotto le luminose insegne di Times Square, il Marriott Marquis Hotel ha fatto da cornice a un evento indimenticabile. Nel cuore pulsante di Manhattan, la Grande Mela ha accolto la presentazione del nostro libro, “Wellington HZ182, When a Little Girl Defused the Bomb”, un’opera che porta con sé l’anima autentica e selvaggia della Val Boreca.
A credere in noi, in questa storia così distante e unica, è stata Archway Publishing, l’editore americano che ha scelto di darci una voce. Un onore ancora più grande è stato vedere il nostro libro brillare tra i titoli di altri autori selezionati, presentati con noi alla serata di gala davanti ai dirigenti della casa madre editoriale, Simon & Schuster, uno dei colossi della letteratura mondiale.
La serata non è stata solo una celebrazione di parole, ma anche di sogni. Quando un paio di manager editoriali ci hanno avvicinato prospettandoci la possibilità di trasformare la trama del nostro romanzo in una sceneggiatura cinematografica, io e Sergio abbiamo sentito un orgoglio senza pari. Per noi, autori venuti da una terra di silenzi e orizzonti dimenticati, era il riconoscimento che una piccola storia poteva diventare grande, arrivando oltre l’oceano.
Mentre la serata prendeva vita, la notizia del nostro viaggio dall’Italia si spargeva tra gli invitati. È stato curioso vedere come la sola parola “Italia” accendesse gli occhi di tutti. Ci trovavamo circondati da complimenti ed esclamazioni: “Oh Italy, very beautiful!” “Portofino, uhaooooo!” “Rome and Florence, fantastic!” Ma noi, fieri ambasciatori della nostra terra, non ci siamo fermati alle icone conosciute. Abbiamo raccontato della Val Boreca, quel luogo che abbraccia il Nulla e lo trasforma in Infinito. Parlavamo dei suoi silenzi, dei boschi che cambiano volto ad ogni stagione, dei cieli immensi che sembrano dipinti a mano. E quando ci soffermavamo a descrivere la magia della nostra valle, vedevamo negli occhi di chi ascoltava la meraviglia. La stessa che abbiamo riversato nelle pagine del nostro libro.
Dopo una serata così intensa, non potevamo lasciare New York senza celebrarla a modo nostro. Armati del nostro libro, siamo partiti per una presentazione diversa, quella “on the road”. Central Park, con i suoi sentieri sinuosi e gli alberi maestosi, è stato il primo palco naturale. Poi ci siamo diretti sul ponte di Brooklyn, uno scenario mozzafiato, dove il nostro libro sembrava sospeso tra il passato storico e il futuro pulsante della città. La maestosa Statua della Libertà, simbolo di speranza e libertà, ha accolto il nostro tributo.
E proprio accanto alla Statua, abbiamo visitato Ellis Island, l’approdo di milioni di emigranti verso gli Stati Uniti nei secoli scorsi. È stato un momento straordinario per me, pensando ai miei antenati che partirono da Varni di Gorreto e attraversarono l’oceano per giungere alla loro destinazione finale, San Francisco. Quelle persone a me care intrapresero un viaggio epico, senza aver mai visto prima il mare, né le grandi città come Genova o Napoli, da cui si imbarcavano sui transatlantici. Attraversare Ellis Island è stato come rievocare le loro storie, il loro coraggio e la loro fede nel futuro, intrecciandole con le pagine del nostro libro, che porta lo stesso spirito di scoperta e determinazione.
Le luci abbaglianti di Times Square hanno reso il nostro libro protagonista, quasi fosse una star del cinema. Abbiamo immortalato l’opera anche di fronte all’iconico Rockefeller Center, come a voler legare il nostro racconto all’ener- gia vibrante di questo sim- bolo urbano. Una fermata al Metropolitan Museum of Art ci ha dato l’opportunità di celebrare l’incontro tra il nostro libro e la grandezza artistica della città. Infine, non poteva mancare una foto a Grand Central Terminal, dove il nostro libro sembrava raccontare una storia che attraversa il tempo e lo spazio.
Il nostro libro, però, non è solo un romanzo. E’ un messaggio. In un mondo dove ancora oggi vengono lanciate troppe bombe, che portano distruzione e dolore, crediamo che tutti noi possiamo fare la differenza. Se ognuno di noi, come ‘Elisa’, la ragazzina protagonista del romanzo, riuscisse a disinnescare la propria ‘bomba’ fatta di odio ed avversione, forse potremmo sperare di costruire un mondo migliore, un mondo dove i silenzi si riempiono di armonia e speranza.
Ma questa è solo la prima tappa di un viaggio che continuerà con altre occasioni straordinarie. A fine maggio o ai primi di giugno, “Wellington HZ182, When a Little Girl Defused the Bomb” verrà presentato in Italia, nella magnifica Sala Monumentale del Cimitero di Staglieno a Genova, nell’ambito dell’evento europeo della “Settimana alla scoperta dei Cimiteri Europei.” Questa cornice così carica di storia e suggestioni sarà un’altra grande opportunità per parlare del nostro libro e soprattutto della Val Boreca a una platea internazionale, che potrà scoprire la bellezza incontaminata e i silenzi profondi della nostra terra. E poi, a settembre, ci sarà il gran finale delle presentazioni italiane: quella “in casa nostra”, sul valico di Capanne di Cosola, teatro della storia vera accaduta nel 1943 che ha ispirato la nostra fantasia. In quell’anfiteatro naturale, circondati dalle montagne e dai cieli senza fine, racconteremo come il passato abbia dato linfa al nostro romanzo, intrecciando la realtà ai sogni. Sarà un momento speciale, dove ogni parola porterà con sé il profumo della terra che ci ha reso autori e, soprattutto, custodi di una storia che merita di essere narrata.
Con questo viaggio, dal cuore della Val Boreca al cuore del mondo, speriamo che il nostro libro possa continuare a trasportare chi lo legge in un luogo senza tempo, dove il Nulla si trasforma in Infinito.
Paolo Zanardi da Artana di Ottone (PC) & Sergio Bossi da Fontanigorda (GE)
(Articolo tratto dal N° 13 del 10/04/2025 del settimanale “La Trebbia”)
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