Sette mesi, nessuna traccia. Ma ora finalmente ci si riprova. A marzo, vigili del fuoco, soccorso alpino, carabinieri e protezione civile, coordinati dalla prefettura, torneranno nella valle dell’Inferno per cercare Michele Sacco, l’escursionista scomparso dal 30 giugno mentre cercava di riaprire un vecchio sentiero che da Zerba porta a Rovaiolo Vecchio.
Per chiedere che le ricerche venissero riaperte si è formato il comitato di cittadini “Micheluccio”, come tutti in Valboreca conoscevano Sacco; il sindaco Gianni Razzari ha inoltre scritto tre lettere in via San Giovanni, sollecitando la necessità di ritrovare almeno il corpo dello scomparso, che dopo la pensione aveva coltivato la passione della fotografia, dei social, dei bagni nel Boreca anche in pieno inverno e delle avventure sui sentieri antichi, che raccontassero una storia.
L’obiettivo è ora quello soprattutto di arrivare a dare almeno degna sepoltura al 71enne che, quel 30 giugno, ha lasciato l’auto davanti alla casa di famiglia a Zerba senza mai più farvi ritorno.
Dopo il consiglio comunale che all’unanimità ha accolto la proposta della minoranza di intitolare un sentiero panoramico a Sacco per portare così avanti la sua missione di valorizzazione del territorio che tanto amava, ieri in prefettura Claudia Borrè e Stefano Losi del comitato hanno incontrato Claudio Giordano, viceprefetto aggiunto, i responsabili delle forze dell’ordine e di soccorso, Fabrizio Samuelli di Confesercenti, il quale, avendo casa a Zerba, e si è messo a disposizione del gruppo.
Qui è stata ufficializzata la volontà di riaprire le ricerche, dando ascolto così anche alla lettera-appello che era stata pubblicata nelle scorse settimane su Libertà.
“L’incontro è stato sicuramente molto operativo e questo ci lascia sperare nella possibilità di ritrovare Michele. Lo abbiamo promesso alla sua famiglia ed è cresciuto con noi, in paese. Non è pensabile dimenticarlo”, sottolinea Borrè.
Losi, che è tornato più volte nella valle dell’Inferno, ha indicato ai soccorritori e alle autorità una zona circoscritta non ancora mappata su cui concentrarsi: “Inutile tornare là dove si era già stati a luglio con droni e mezzi tecnologici”, commenta. “A mio avviso Sacco non è mai riuscito ad attraversare la valle dell’Inferno. Serve fare una ricerca a pettine, a rastrello”.
https://www.liberta.it/ (14/02/2025)
Il consiglio a Zerba si mobilita unito per trovare il corpo di Micheluccio
Un sentiero dedicato a “Micheluccio” – come lo chiamavano tutti in paese – inghiottito nella Valle dell’Inferno a giugno. Ma anche una raccolta fondi, per continuare a cercare il 71enne con i droni (servono almeno mille euro). E infine un comitato di cittadini, che non intende abbandonare Michele Sacco nel nulla in cui sembra essere stato sepolto. Di questo si è parlato ieri pomeriggio nel consiglio comunale di Zerba, dove a chiedere massima attenzione, «ora che l’assenza di foglie può facilitare le ricerche», è stata la consigliera comunale di minoranza Claudia Borre, seguita dal collega Fabio Sala. Il sindaco Gianni Razzari, con la vice Lucia Donini, ha garantito massima disponibilità: «Preciso però di aver contattato più volte la prefettura, l’ultima lettera l’ho inviata pochi giorni fa, per sollecitare la ripresa delle ricerche ufficiali. Mi viene chiesto se sia stato trovato qualcosa, una scarpa, un laccio… Il problema è che non è stato trovato nulla».
La consigliera Borre ha intanto sottolineato come dal vicino Comune di Brallo sia stata tesa una mano per le ricerche, per le iniziative di sensibilizzazione e la raccolta fondi. E che l’esperienza di Stefano Losi, tra i primi a giugno a cercare Sacco, sarà fondamentale: «Abbiamo ovviamente coinvolto anche i familiari di Michele. L’obiettivo di tutti è arrivare a dargli almeno sepoltura degna. Intanto chiediamo gli venga intitolato un sentiero da lui amato, proprio per tenere alta l’attenzione», continua Borre. Il sentiero è quello che da Cerreto arriva al castello, e poi prosegue sulla costa fino alla croce. «Dalla croce al Lesima, invece, è ancora da mettere in sicurezza. Ci sono corde, ma non bastano. Anche per questo potrebbe servire la raccolta fondi», ha detto Sala. Il sindaco ha così concluso: «Le iniziative sono lodevoli, le appoggiamo. Invito però alla massima sicurezza».
Elisa Malacalza
(Articolo tratto dal quotidiano Libertà)
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