Il Mandillo dei Semi nacque nel 1998, organizzato dal Consorzio della Quarantina, come atto di chiara disobbedienza civile. Una direttiva della CEE, recepita dall’Italia, stabiliva il divieto assoluto dello scambio, del dono, della libera circolazione delle sementi non inscritte nei cataloghi ufficiali. Ovvero, spariva, con un tratto di penna, la semente contadina. Il Mandillo, dal nome del mandillo da groppo, il fazzolettone tradizionale con il quale si trasportavano le cose nel mondo contadino ligure, nacque proprio come autodenuncia. Furono convocati i media e si annunciò: «Noi ci autodenunciamo, noi non ci stiamo, negare la libera circolazione dei semi rurali equivale a negare un diritto originario, diritto naturale delle genti come fare i figli, allevare la prole, fare da mangiare».
Da allora si sono susseguite venti edizioni con una partecipazione sempre crescente. Non solo, gli scambi di semi sono proliferati. Da «Chiamata a raccolto» nel Bellunese, che è quello più partecipato in assoluto, a molti altri in giro per la penisola, da «Babele di Semi» a Torino alla Giornata della civiltà contadina nel Comasco, a «Scagnammece ’a semmenta» nel napoletano, «Semiscambi» nel cremonese e tante altre occasioni di scambiare «sementi indipendenti».
Negli ultimi venticinque anni, il Mandillo dei Semi ha subito un’evoluzione significativa, riflettendo i cambiamenti nelle pratiche agricole e nelle esigenze della comunità. Ecco alcuni aspetti chiave di questa evoluzione:
Espansione della Partecipazione: Inizialmente, il Mandillo era un evento locale, ma nel corso degli anni ha attirato un numero crescente di partecipanti da diverse regioni d’Italia e anche dall’estero. Questo ha contribuito a creare una rete di agricoltori e appassionati di agricoltura sostenibile.
Diversificazione delle Attività: Oltre allo scambio di semi, l’evento ha ampliato le sue attività includendo laboratori, conferenze e momenti di formazione su pratiche agricole sostenibili. Questo ha reso il Mandillo non solo un luogo di scambio, ma anche un’importante occasione di apprendimento e condivisione di conoscenze
Focus sulla Biodiversità: Il Mandillo ha giocato un ruolo cruciale nella riscoperta e nella conservazione delle varietà locali di semi, che erano in pericolo a causa dell’agricoltura industriale. La manifestazione ha promosso il valore delle sementi autoprodotte, contribuendo a ricostruire il sapere agricolo tradizionale
Creazione di Comunità: Il Mandillo ha facilitato la formazione di comunità locali impegnate nella sostenibilità e nella salvaguardia della biodiversità. Gli scambi non riguardano solo i semi, ma anche esperienze e storie personali legate all’agricoltura
Risposta a Crisi Ambientali: Con l’aumento della consapevolezza riguardo alle problematiche ambientali e alla perdita di biodiversità, il Mandillo si è affermato come un evento simbolico nella lotta per un’agricoltura più sostenibile e resiliente.
Le edizioni precedenti si sono svolte principalmente a Torriglia, Ronco Scrivia e Montebruno. Quest’anno la XXI edizione si terrà in Val d’Aveto, a Santo Stefano d’Aveto, domenica 19 gennaio dalle ore 10 alle 17 presso il Bocciodromo Arvigo.
Per partecipare è sufficiente portare i propri semi, marze, lieviti o quant’altro di autoprodotto da scambiare, non si vende e non si compra.
Nel pomeriggio ci sarà anche la possibilità di visitare a Villa Rocca di Rezzoaglio la Casa dei Semi del Consorzio e il Locale Espositivo sulle Patate Tradizionali del Parco Regionale Aveto.
Di seguito potete trovare anche una locandina con i ristoranti convenzionati che offriranno ai visitatori il pranzo al prezzo fisso di 25 Euro.
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