Gli autori di questo libro che si preannuncia un bestseller mondiale sono entrambi originari della Val Trebbia; Sergio Bossi da Fontanigorda e Paolo Zanardi da Alpe e Varni di Gorreto ma oramai da decenni grazie alla moglie Daniela trapiantato in Val Boreca ad Artana di Ottone.
Ed è proprio in questa Valle ancora selvaggia ed incontaminata che si sviluppa la gran parte della trama del romanzo scritto in questa prima edizione in lingua inglese perchè l’editore che ha creduto ai nostri due autori conterranei è americano: Archway Publishing per Simon & Schuster.
Il romanzo trae linfa e vita da una storia vera accaduta nel lontano novembre 1943 quando nella notte tra il 24 e il 25 novembre tre bombardieri inglesi Vickers Wellington precipitarono a causa di una bufera di neve in Val Boreca; uno oltre lo spartiacque in zona di Propata, gli altri due sopra alle frazioni di Bogli ed Artana.
Facevano parte di una squadriglia di 76 Wellington decollati dalla Tunisia con l’obiettivo di bombardare le fabbriche della Fiat su Torino, a causa del maltempo che già imperversava sorvolando la Corsica la maggior parte di essi rientrarono alla base, solo in 9 giunsero su Torino e di questi solo 6 riuscirono a sganciare le bombe. Fu a tutti gli effetti una missione fallimentare in cui andarono persi 17 aerei e 14 equipaggi tra cui il Wellington HZ182 precipitato nel ‘Ciàn Da Piscìnna’ di Artana.
Lo stesso Paolo Zanardi dal 2014 da quando ne è venuto a conoscenza grazie ai vecchi del paese ha cominciato a documentarsi, a collaborare con i soci del Gruppo Ricercatori Aerei Caduti di Piacenza con ricerche sia sul campo coi metaldetectors che poi successivamente presso gli archivi del Cimitero Monumentale di Staglieno a Genova ove ha riannodato anche il ‘viaggio’ delle salme degli aviatori, sia i 5 di Artana che i 5 di Bogli, prima ricomposti nei cimiteri delle due frazioni e poi traslati dalle Forze armate inglesi il 18 ottobre del 1945 al Cimitero genovese di Staglieno nell’area dei Caduti inglesi di Guerra ove tutt’ora riposano… e fino a questo punto è la storia vera.
“Il romanzo è ambientato ai giorni nostri – ci racconta Paolo – e non è stato facile trovare il collante ‘esplosivo’ che potesse unire nel tempo quella tragica vicenda aeronautica all’ambientazione nei tempi moderni.”
“L’idea mi è sorta la notte tra il 24 e il 25 novembre 2023 quando, mentre ero in traghetto di rientro dalla Sicilia, stavo percorrendo la stessa rotta che quegli aerei avevano compiuto 80 prima e precisamente quella stessa notte.
Da solo sul ponte di poppa al buio della notte guardando il cielo stellato e la scia bianca che lasciava la nave mi sono detto che dovevo scrivere qualcosa d’importante di quella storia di cui conoscevo tutto avendo anche consultato i documenti desecretati dalla RAF e dal MI6.
” Continua Paolo il novello ‘Ernest Hemingway’ al suo primo libro: “Poche settimane dopo a dicembre incontrai Sergio a Rovegno al Bar Biasotti e lì tra un gotto di vino e l’altro gli confidai quello strano ‘anniversario’ e lui oramai scrittore conclamato mi rispose bonariamente ‘scrivi un libro’ … la mia risposta fù secca ‘mai scritto un libro, solo articoli giornalistici per il settimanale La Trebbia’ … la sua contro-risposta fu autoritaria ed invitante ‘scriviamo un libro!’. Così cominciò questo strano sodalizio, una volta eravamo avversari sui campi di calcio impolverati dilettantistici mentre adesso ci ritrovavamo gomito a gomito compagni di ‘banco’ con penna e calamaio.”
“Mi resi subito conto grazie a Sergio che il vero problema dello scrivere un libro non è tanto di sapere ciò che dovevo mettere nelle pagine ma ciò che dovevo togliere; così facendo il miracolo si è materializzato in circa un anno avendolo cominciato nel dicembre’23 e quasi come una chiusura astrale del cerchio l’ultima correzione l’ho inviata all’editore americano la notte tra il 25 e il 26 novembre 2024, sempre in traghetto, sempre sulla rotta Palermo-Genova.
Quella notte il libro è stato finito ufficialmente in una sorta di ricorso storico temporale pensando pure che io in 57 anni ho preso il traghetto solo sei volte, mai prenotate da me ma da amici con cui abbiamo tre volte condiviso tre vacanze in Sicilia, due rientri coincisi con l’80° e 81° anniversario sulla stessa rotta nella stessa notte di quella lontana e tragica missione del 1943; forse sono testimone del fatto che molte cose non accadono per caso e c’è una misteriosa meravigliosa necessità che fa sì che esse debbano accadere e scelgono noi per farlo?” potrebbe essere uno spunto per Paolo per cominciare a pensare ad un secondo libro.
Sergio Bossi raggiunto da noi telefonicamente ci ha confidato che questo libro, il sedicesimo scritto da lui ma per la prima volta in coppia, potrebbe essere anche la base per una sceneggiatura per un film importante sperando che magari sia un regista italiano ad accorgersi di questa trama adrenalinica ed appassionante e non uno straniero come accaduto per l’editore del romanzo.
Sergio ha precisato anche il ‘messaggio’ che vuol inviare questo libro sulla Val Boreca: “Non sappiamo se ci riusciremo, non ci siamo mai riusciti prima, ma oggi ci proviamo. In questo libro, miriamo a trovare dentro di noi stessi quel bambino capace di disinnescare la bomba, capace di disinnescare tutte le bombe perché purtroppo vengono sganciate troppe bombe nel mondo di oggi causando la morte e la disperazione di tante, troppe persone.”
Il libro è già disponibile sulle principali piattaforme editoriali mondiali da Archway ad Amazon passando per Barnes&Noble, la prima versione è solamente in lingua inglese ma già sono in embrione le prossime edizioni in francese, tedesco e soprattutto in italiano.
La presentazione del libro vera e propria avverrà probabilmente a gennaio in occasione di un evento dell’editore Simon & Schuster a New York, seguirà quella genovese nella Sala monumentale del Cimitero di Staglieno ed infine la più attesa quella in Valle, quella in ‘casa nostra’ a Capanne di Cosola.
Chissà se tra un anno ci ritroveremo a riparlare di Paolo Zanardi e Sergio Bossi come autori e scrittori pluripremiati, ce lo auguriamo, nel frattempo li ringraziamo per aver portato le nostre Valli su una platea internazionale.
(Articolo tratto dal N° 41 del 12/12/2024 del settimanale “La Trebbia”)
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