La via Patrania – Il percorso

Vi proponiamo questo brano tratto dal libro “Patranico – Medioevo a Donetta” di Mauro Casale che fornisce informazioni storiche su questa sorta di regione o di percorso che oggi generalmente è denominato “Via  del Sale”.

Ricostruire un’antico percorso e riscriverne la storia è azzardato, provo a farlo dopo lunghi tempi di riflessione e di annotazioni spesso di .flebili tracce. Il primo punto da considerare quale partenza del percorso e quello dell’antico insediamento di liguri nelle piane alluvionali attorno alla foce delI’Entella.

Da li il percorso dei monti saliva in quota sul crinale del Monte Anchetta e poi parallelo al mare ed alla Fontanabuona si stendeva in quel tratto ove il controllo di Genova si materializzò con la costruzione- di castelli a controllo della viabilità quali il Castrum Rapallinum, il Monte Rosa, il Castrum Lasaniae, Manico del Lume, Castrum Tugii, poi sempre verso occidente sino a raggiungere quell’importante nodo viario di monte Becco ove arrivavano i Piacentini che frequentavano il porto di Nervi (1), i mulattieri del sale da Recco e Sori verso il Nord, i Genovesi del Levante verso la Fontanabuona, i frati dell’ospitale di Monte Possuolo e dove iniziava il vero Chamino de Lombardia poi la Croce dei Fò, giù sino a S.Oberto e poi ancora antiche tracce, l’Ospedale, Borgonovo,Tollara, i dazi della Repubblica, fino alla colla di Boasi. il Castelluzzo della Scoffera, armato, ultimo presidio prima dei Feudi Imperiali.

La costiera di Rossi e su inerpicato fino al Lavagnola, altro punto focale, ove là “alla Piega di Lavagnola” la strada si divideva una su verso Torriglia, l’altra dal Montaldo al Portello, alla “Bocca della Corsica”, Barbagelata, Cardenosa, Fregarolo, Gifalco, Roccabruna, Montarlone, Dego, Orezzoli, Cariseto. Cerignale, Ponte Organasco, (ove il guado del Trebbia era l’incognito fino alla costruzione del ponte) poi Brallo di Pregola.

Quella diretta per il Nord costeggiava la Valle di Torriglia incrociando l’altro antico percorso per il Piacentino: la Strada della Trebbia o “Caminus Januae”, con collegamcnii con il Borgo di Torriglia ed il suo Castello, dopo l’incrocio la mole imponente del Monte Prelà con la Fortezza Medievale di Donetta, armata ed imprendibile, con balestre da tibia e da muro, alte torri e capienti cisterne, vera porta di Lombardia.

Da Donetta la mulattiera si inerpica in quota verso L’Antola, nostrano Olimpo, altro nodo viario verso la Val Brevenna, le Mansiones Cistercensi di S.Clemente o di Magioncalda in Val Borbera, le Capanne di Romano con tracce di insediamenti monastici, Capanne di Carrega, la Torre ed il bivio per la Val Borbera.

Ecco lassù il Monte Carmo, potente e terribile, lo costeggiamo e sulla destra i villaggi di Alpe con rovine di antico Castello, poi la Val Boreca, la più selvaggia, ora quasi disabitata, eppure su un crinale accanto a Bogli tracce di una fortezza o di un convento forse ”Mons Alpherium” (2)

Alla fine di questo Montelungo ecco Capanne di Cosola. luogo di passaggio che forse collegava le città romane di Libarna e Velleia, Capannette di Pey. antico posto di dogana dello Stato di Milano. Siamo sul passo del Giovà, attuale zona sciistica ove si ricordano le vestigia del Convento di S.Giacomo alle sorgenti dello Staffora, poco più sotto, nella chiesa di Casale si conserva una campanella d’argento ed un trittico raffigurante la Vergine, S.Lorenzo e S.Giacomo. Punto strategico questo, qui, attorno al Monte Chiappo, il percorso si scompone, uno verso l’Ebro ed il Giarolo verso la Val Curone e poi

Tortona, l’altro lungo il Monte Boglelio raggiunge la Val Staffora e Varzi, l’altro passa sotto al Monte Lesima e scende al passo del Brallo.
Brallo di Pregola sede di antichissimo feudo con Castello Malaspina, qui arrivava la strada del Gifalco altro itinerario storico, poi giù verso Varzi, la Staffora e Voghera. Ancora su per crinale, poco prima del Penice, rovine del Convento dei Gerolimini, forse eredi del Tempio, poi il passo e giù Bobbio regina del mondo medievale. Ancora a Nord, fra la Trebbia ed il Tidone fino al Monte Pietra di Corvo, con gli accessi a Romagnese, Nibbiano e Caminata.
Da qui ì percorsi storici sono meno delineati, è però certo il crinale tra la Val di Versa ed il Tidone, fino a raggiungere

Sono queste zone ricche di storia, di strade, di castelli, ospitali e meritano più accurate ricerche anche per ridisegnare le correnti di traffico.

Mauro Casale

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