Ipotesi sulle origini di Cristoforo Colombo

Un recente documentario, apparso su un’emittente televisiva spagnola Tve, intitolato “Colon Adn, su verdadero origen”, inerente una ricerca scientifica sul DNA del celebre navigatore, che ha scoperto le Americhe, condotta dal medico legale Antonio Lorente dell’Università di Grenada, ha rivelato il sensazionale risultato che dimostrerebbe l’origine spagnola e sefardita di Cristoforo Colombo.
D’altra parte secondo Franco Icardi, Cristoforo Colombo sarebbe nativo di Savona (“Fine di un mito genovese: Cristoforo Colombo è nato a Savona”, 2016), come riportato nel Registro delle Udienze del Re di Spagna, compilate da Lorenzo Galíndez de Carvajal, giurista e cronista di Corte, in cui descrive “Cristobal Colon genoves, natural de Saona”, ovvero genovese, in quanto appartenente alla Repubblica di Genova e nato a Savona.
Il Vescovo di Nocera, Paolo Giovio, negli “Elogi degli uomini illustri” (1551), indica quale luogo di nascita di Cristoforo Colombo la località di Arbizolo, vicino Savona, che potrebbe corrispondere a quella di Albissola Marina. Tale ipotesi viene in seguito ripresa da Gonzalo Argote da Molina (Historia de la nobeza de Andalucia”, 1588), nonché alcuni secoli più tardi da Francisco Rafael de Uhagón y Guardamino (“La patria di Colombo secondo i documenti degli ordini militari”, 1892).
La teoria piacentina fu invece sostenuta dal professor Luigi Ambiveri (“Della Piacentinità di Cristoforo Colombo”, 1882), individuando in Pradello di Bettola la terra d’origine della famiglia Colombo, in cui nel 1890 fu dedicata proprio una statua solenne nella piazza principale del Comune, che si può ammirare ancora oggi, mentre poco lontano si può constatare altresì la presenza della cosiddetta “Torre Colombo”.
E’ curioso infine ricordare che la madre dello stesso Cristoforo Colombo si chiamava Susanna Fontanarossa, precisando che la moglie dell’illustre ammiraglio era invece Filipa Moniz Perestrello, figlia di Bartolomeo Perestrello, a sua volta discendente dal piacentino Filippo Pallastrelli, che nel XIV secolo si trasferì in Portogallo, trovandovi immensa fortuna.

 Alessandro Rapallini

(Articolo tratto dal N° 36 del 31/10/2024 del settimanale “La Trebbia”)

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