La Val Borbera e i suoi tesori nascosti

Una valle incantevole, a sud del Piemonte, un luogo ideale per chi ama la natura, la tranquillità e vuole scoprire tesori nascosti. La porta della valle, che prende il nome dal fiume che la attraversa, è Vignole Borbera, un luogo sicuramente poco turistico, ma conosciuto più che altro per lo snodo autostradale e la prossimità alla stazione ferroviaria.

A pochi chilometri merita una visita l’area archeologica di Libarna, antica città romana lungo un’importante strada di collegamento tra Genova e Aquileia. Sono visibili l’anfiteatro, il teatro, due quartieri di abitazioni e alcune strade urbane.

Numerosi sono i sentieri che attraversano la valle adatta a tutti i livelli di escursionisti. Seguendo il corso del Borbera, vicino a Borghetto di Borbera si trovano le Strette, una gola fluviale lunga circa 6 km che arriva quasi fino a Cantalupo Ligure. Si può scendere nella gola dall’area verde attrezzata di Boscopiano attraverso una scala con 162 gradini panoramici (si possono portare i cani) oppure da Pertuso.

Un luogo di straordinario valore naturalistico per gli imponenti muraglioni di rocce particolari che costituiscono il canyon dove si può percorrere il greto del torrente, fare il bagno nei laghetti naturali e osservare le sorgenti petrificanti, ovvero quei ruscelli con presenza costante di acqua corrente dalla flora e fauna uniche. Il tratto di fiume compreso tra Pertuso e Perti non presenta un elevato grado di difficoltà ed è meta di appassionati di canoa e di kayak.

Consigliata la sosta a Rocchetta Ligure, un borgo dominato da un caratteristico gruppo di abitazioni quattrocentesche chiamate «Marughi», costruite sull’antica via del sale che collegava Genova con le città del nord Italia.

Curiosa e divertente per i più piccoli la visita alla frazione Vendesi di Albera Ligure, popolata da bizzarri abitanti fatti di paglia, legno e abiti vecchi. Sono una settantina e sono gli spaventapasseri volutamente ispirati a personaggi realmente vissuti e ai mestieri che hanno svolto nella loro vita e che hanno scelto di restare sul territorio per evitare lo spopolamento..

Da evidenziare che da un anno esiste una biblioteca dedicata alla letteratura per l’infanzia, con oltre seicento volumi. Da Vendersi con una passeggiata di quattro chilometri in salita è possibile raggiungere la vetta del monte Giarolo, un balcone straordinario verso la Pianura Padana e sull’arco delle Alpi, con il Monte Rosa in bell’evidenza.
Questa punta sud-est del Piemonte ha tante storie da raccontare: dalle tribù liguri, alle invasioni barbariche, dalle contese feudali alla guerra partigiana fino ai ribelli moderni

Tante storie che si possono conoscere e vivere percorrendo il Cammino dei Ribelli. Un itinerario ad anello di circa 130 chilometri, suddiviso in sette tappe che parte ed arriva ad Arquata Scrivia attraverso quattro regioni: Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia.

Un cammino sociale per la valle che invita chi lo percorre a cercare l’incontro con le realtà che vivono queste zone. Il percorso non richiede particolari conoscenze tecniche, ma un buon allenamento a camminare, affrontando ogni giorno un certo dislivello. Può essere fatto in bicicletta in tre giorni con alcune varianti rispetto al percorso del cammino per bypassare i tratti più scoscesi 0 dal fondo meno scorrevole.

Si cammina per circa 5-6 ore al giorno, con possibilità di sostare in ogni tappa in una struttura oppure può essere svolto scegliendo di dormire in tenda in aree attrezzate vicino ad una fonte d’acqua. È assai probabile durante la stagione estiva che si incontrino in alcune località le feste tradizionali animate da un repertorio di musiche e balli molto antichi.

Lo strumento tipico è il piffero accompagnato dalla fisarmonica e da canti polivocali: la sera dell’11 agosto, a Cabella Ligure, c’è stato un appuntamento con il duetto I Pifferi. Cabella è uno dei comuni italiani che si è aggiudicato il titolo di Comune delle radici italiane e dal 26 luglio fino alla metà di agosto ha proposto una serie di eventi sul tema dei viaggi e delle radici.

Piera Genta

Articolo tratto dal Corriere di Torino

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