I paesi della val Boreca

La val Boreca è uno dei luoghi più remoti della nostra provincia, ma ha le più spiccate caratteristiche di naturalità della regione Emilia. Un ambiente ancora incontaminato fatto di boschi, pascoli e praterie che hanno rappresentato nei secoli una delle principali risorse dei piccoli borghi presenti in questa selvaggia valle, i quali trovavano il sostentamento per vivere decorosamente anche se molto faticosamente. Le famiglie si basavano principalmente sull’agricoltura; con l’erba strappata creavano dei terrazzamenti dove seminavano grano, patate ecc, essenziali per la sopravvivenza. L’isolamento geografico e la difficoltà delle vie di comunicazione hanno portato, nel dopoguerra, al progressivo spopolamento della valle. Molti degli abitanti sono emigrati verso la Liguria, principalmente Genova, o in Lombardia (Pavia, Milano). Legati sentimentalmente alla propria terra, ci ritornavano per le vacanze estive e piano piano ristrutturavano le vecchie abitazioni (un esempio di ingegnosità e adattamento alle risorse locali) fatte con le lastre di roccia in confortevole ambienti di vita serena. Quelle case di piccole dimensioni, erano essenziali per la sopravvivenza delle famiglie che una volta ci vivevano con sacrificio, ma non più sostenibili per una vita decorosa. Oggigiorno diverse case dei borghi della val Boreca riflettono una combinazione di tradizione e modernità e sono caratterizzati da una atmosfera rurale in un paesaggio affascinante, dove queste nuove costruzioni si integrano armoniosamente con l’ambiente circostante e adottando principi di sostenibilità. Alcune facciate sono rivestite in pietra o legno, e le finestre, dove possibile, sono posizionate per catturare le viste panoramiche delle montagne circostanti. Inoltre molte case vecchie sono state ristrutturate e riportate al loro antico splendore. Il centro principale della valle è Zerba che è uno dei più piccoli comuni del piacentino. Qui è presente il Torrione Malaspiniano, un antico castello dei Malaspina con una sua storia che merita di essere esplorata. Cerreto ( trovandosi più a valle) è “la porta della val Boreca”. Il suo nucleo storico è caratterizzato da strette stradine lastricate e alcune case in pietra. Tartago con le sue antiche costruzioni e gli angoli suggestivi lo rendono di un fascino particolarmente interessante. Belnome è normalmente abitato da aprile a novembre, anche se ultimamente abbiamo incontrato una persona in pieno inverno, dove rimaneva fino alle prime forti nevicate. Vesimo, aggrappato al monte Lesima, è un borgo baciato dal sole; con le sue strette viuzze crea una atmosfera autentica. Pej con una altitudine di quasi 1200 metri è il borgo più alto della valle. Il suo nome deriva dall’aramaico antico e significa “fontana”. Qui si può ammirare l’architettura tradizionale e godere di una vista mozzafiato su tutta la valle. Artana che fa parte del comune di Ottone, ha una forte identità culturale ed è uno dei pochissimi paese in cui alcune famiglie rimangono anche in inverno. Bogli ha una sua storia antica legata alla vita rurale; le tradizioni locali riflettono la sua identità. Suzzi è raggiungibile a fatica dalla statale della val Trebbia; arrivati a Gorreto si continua per Barchi e poi fino al passo della Maddalena; una strada non certo facile per i residenti che vi giungono da Genova nel periodo estivo, mentre in inverno, non è percorribile per la neve, rimane deserto. Pizzonero prende il nome da pizzo (lembo di terra) e nero per l’aspetto geologico; costituito da un piccolo nucleo di case disposte a terrazzo in forte pendenza. In inverno è disabitato. Oltre a questi borghi sono presenti altre località che vale la pena di menzionare; Codeviglio occupa una striscia di terra poco distante da Pej mentre case Torre è ubicato su un costone roccioso dove scende precipitosamente il torrente Pej, che forma delle cascate con dei balzi di salti di oltre dieci metri. La valle è racchiusa da tre importanti e alti monti disposti a triangolo; il monte Carmo svetta a 1642 metri di altitudine; da qui nasce il torrente Boreca che taglia in due la valle; il monte Lesima il gigante della valle che con i suoi 1724 metri è il più alto, dalla sua cima si gode una vista meravigliosa che spazia su tutte le vette dell’Appennino ligure e piacentino. Di “ fronte” al

Lesima, con la sua maestosità ed inconfondibile sagoma, c’è il monte Alfeo, soprannominato l’Olimpo dell’Appennino. Attorno a questi sono presenti anche i monti Cavalmurone e Chiappo dove transitava la via del sale, che collegava Milano con la Liguria. La val Boreca è un gioiello nascosto tra le montagne dell’Appennino piacentino, e anche se le strade non sono certamente agevoli, è un luogo da esplorare, viverla e conoscerla. I paesi sono autentici e affascinanti, la natura è quella che offre panorami selvaggi, che creano una atmosfera magica e suggestiva. Prepariamoci ad immergerci in un mondo incantato e a lasciarci affascinare dalla sua bellezza.

Testo e foto di Luigi Ziotti

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