“C’è molto caos in merito alle modifiche apportate in questa nuova fase, sono variate le numerazioni delle cosiddette ditte, ovvero i singoli proprietari, alcuni espropri sono spariti, altri comparsi, alcuni ridotti, altri ampliati mentre del progetto definitivo nessuna traccia”. L’associazione residenti e utenti per la tutela della Val Trebbia SS45 torna sulla questione dell’ammodernamento del tratto Rivergaro-Cernusca, ora che il progetto si avvia verso la fase due, che riguarda “nuovi espropri”. Alla Casa del popolo di Rivergaro l’associazione ha convocato per mercoledì 29 maggio i cittadini della valle. “La novità rappresentata dall’avvio della fase due del progetto ha suscitato l’interesse non solo di coloro direttamente interessati dall’opera – scrive l’associazione in una nota – ma anche da chi la valle semplicemente la abita, la vive e la ama, da chi vorrebbe aprire un’attività ma teme momenti bui come conseguenza di anni di cantieri. Le persone chiedono confronto e trasparenza ma ancora una volta arrivano incartamenti, normative e confusione. Anas procede ignorando la presenza di ricorsi al Tar, ignorando le richieste di tanti cittadini che chiedono a gran voce un confronto sempre negato”. L’associazione ha preparato una presentazione esplicativa dello stato attuale dell’opera, che però “non è comunque chiaro”. “Per visionare il progetto che dovrebbe essere depositato presso i Comuni interessati dall’opera – dicono – bisogna recarsi a Bologna, previo appuntamento con Anas nelle sedi di competenza. C’è molto caos in merito alle modifiche apportate in questa nuova fase, sono variate le numerazioni delle cosiddette ditte, ovvero i singoli proprietari, alcuni espropri sono spariti, altri comparsi, alcuni ridotti, altri ampliati mentre del progetto definitivo nessuna traccia. Quindi, ripensando all’approccio iniziale, quando Anas si poneva nella condizione di sostenere la bontà del progetto che non poteva in alcun modo essere variato, pena la famosa opzione zero che non prevedeva alcun intervento, ora si rilevano una serie di ritocchi e modifiche poco chiare. Di certo, salta all’occhio che ci sono state situazioni di tutela e altre di accanimento. Alcuni tratti non sono per nulla toccati, altri devastati pur essendo tratti densamente abitati, con nessuna tutela per i residenti, il che ci porta nuovamente a interrogarci in tema di sicurezza”.
“Bisognerebbe tenere in buon conto che diverse direttive europee sono state violate dal progetto – prosegue la nota dell’associazione – ma soprattutto che il Consiglio superiore dei lavori pubblici, che è organo del Ministero (delle Infrastrutture e dei Trasporti, ndr), ha bocciato il progetto, ponendo una serie di condizioni da ottemperare prima dell’approvazione del progetto definitivo. Ed è stato disatteso. Lo stesso ente si interroga sull’entità dei costi stimati, che ben si discostano da quello che è il preziario Anas. Una delle novità evidenziate da questi ultimi avvisi è l’introduzione sulle cartografie, di questa fascia di rispetto di trenta metri dalla strada statale che, senza entrare nello specifico, declassa le proprietà rientranti in questa fascia, da terreno edificabile a terreno agricolo. In questo modo tante proprietà, che pur non essendo interessate direttamente dall’esproprio, rientrano in quest’area e vengono fortemente penalizzate non solo in termini di possibilità di edificabilità qualora ne sussistano i requisiti su un terreno acquistato come tale, ma dal punto di vista economico un deprezzamento importante del bene”.
“Non ultimo – concludono – qualora tali proprietà avessero richiesto permessi di edificabilità, potrebbero ora subire un arresto della pratica. È fuor di dubbio che le fasce di rispetto sono sempre esistite, ma è altrettanto vero che le case non sono state edificate senza domandare permessi. Certamente, i più penalizzati sono coloro che subiranno l’esproprio, i giardini dei quali verranno trattati economicamente al pari di un terreno agricolo”.
https://www.piacenzasera.it/ (31/05/2024)
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