Il Monte Penice, la salita più dura dell’Oltrepò Pavese, dove l’inviato del «Corriere» Orio Vergani rimase fermo in salita (anche se era in macchina)
Il Monte Penice è, con i suoi 1.460 metri, una delle cime più alte dell’Appennino Ligure e fa da confine fra la Lombardia (provincia di Pavia) e l’Emilia-Romagna (provincia di Piacenza). Noto ai più anche per la presenza di numerosi ripetitori, che, grazie alla posizione geografica, permettono di irradiare segnali in una vasta zona dell’Italia Settentrionale, vanta un’invidiabile panoramicità, soprattutto verso Nord, con vista che spazia dalla Pianura Padana fino alle Alpi. In bici si può arrivare a 1.446 metri, poco sotto la vetta.
Il Giro d’Italia non è mai arrivato in vetta, ma è transitato diverse volte dal Passo. La prima volta fu il 17 maggio 1927, quando, nella seconda tappa, i corridori, provenienti da Torino e diretti a Reggio Emilia, salendo da Varzi, trovarono addirittura freddo e neve sul Passo (transitarono in testa appaiati Piemontesi e Binda), dal quale scesero poi a Bobbio. Quell’anno il «Corriere» aveva inviato al Giro nientemeno che Orio Vergani, ma si narra che l’Isotta Fraschini con cui il famoso scrittore seguiva la corsa rimase bloccata in un tornante della salita, con grave e comprensibile disappunto dei corridori che dovettero fermarsi perché non riuscivano a superarla… Altri passaggi in epoca storica avvennero nel 1936, con i corridori salirono dal versante piacentino e Bartali che scollinò per primo, poi ancora nel 1956, nel 1964 e nel 1968, oltre che in tempi più recenti. Ultimo passaggio nel 1989, in testa il colombiano «Lucho» Herrera.
La salita
L’ascesa è lunga quasi 20 km e, anche se fino al Passo si presenta abbastanza dolce, è opportuno dosare le forze, conservando una riserva di energie per la parte finale, più impegnativa. Il tracciato può essere suddiviso in tre parti. La prima (8 km, pendenza media 3,7%) va da Varzi a Collegio ed è di basso grado di difficoltà, salvo il breve tratto fra il 2° e il 4° km (6,5%). La seconda (7,6 km, pendenza media 5,8%), da Collegio al Passo del Penice, è più impegnativa (pendenza media 5,8%) ma con un finale più tranquillo (2,3%). L’ultima parte, dal Passo alla Vetta, presenta le difficoltà più importanti, con pendenze fino al 15%.
Si parte da Varzi, località turistica dell’Oltrepò Pavese famosa per il caratteristico salame. Si sale lungo il corso del torrente Staffora, che dà il nome anche alla valle e, dopo una serie di tornanti, ecco comparire la sagoma del Monte Penice, sovrastata delle antenne. La pendenza è dolce, ma inizia a cambiare dopo la frazione di Collegio, in territorio comunale di Menconico, con tre tornanti. Dopo il 10° chilometro la strada si infila nel bosco di latifoglie, che dopo un po’ lasciano il posto ad abeti e larici.
Superato il Piano Margarino (km 12,2), si continua a pedalare all’ombra, superando il bivio della strada che porta al Passo del Brallo (km 14), fino al Passo del Penice (15,5 km), dopo di che gli alberi scompaiono e inizia la parte più dura. Cambia anche il fondo, in peggio, ma risulta sempre agevolmente percorribile. La pendenza non scende mai sotto l’8% e proprio alla fine dell’ascesa bisogna superare la punta massima del 15% per arrivare in località Penice Vetta.
Dalla cima non resta che ammirare un estesissimo panorama, che, nei giorni in cui il cielo è sgombro da nubi, permette di godere di un’ampia vista sulle Alpi. Nei pressi della vetta sono presenti anche il Santuario di Santa Maria e una stazione meteorologica, oltre che naturalmente al Centro trasmittente Rai di Monte Penice.
Si consiglia di fare attenzione al traffico veicolare, che si presenta abbastanza intenso sino al Passo, in particolare nel fine settimana, dato che si può scollinare per raggiungere Bobbio e la Val Trebbia, in provincia di Piacenza, mentre il flusso nel troncone finale che porta alla vetta è quasi inesistente. Il Passo è molto frequentato anche dai motociclisti, specie nella stagione estiva, tant’è che nel piazzale è stata posta la statua di San Colombano, patrono dei motociclisti. Nei pressi del Passo sono presenti diversi punti di ristoro, ma chi ha necessità di idratarsi anche prima può riempire la borraccia alla fontanella posta poco dopo Piano Margarino (km 13).
Come arrivare da Milano
In auto
Da Milano (viale Liguria): via Spezia, quindi A7 fino a Casei Gerola, SP206 fino a Voghera, poi SP461 per Rivanazzano Terme, Godiasco, Ponte Nizza, Bagnaria, fino a Varzi (km 90, tempo medio di percorrenza 1h15m); oppure via Spezia, quindi A7 fino a Bereguardo, A53 fino a Pavia, poi A54 fino a Cava Manara, quindi SP35 fino a Bressana Bottarone, poi SP1 fino a Rivanazzano Terme, con proseguimento fino a Varzi (km 89, tempo medio di percorrenza 1h20m). Da qui comincia la salita.
In bici
Da Milano (viale Liguria): via Chiesa Rossa, ex SS35 fino a Pavia, quindi San Martino Siccomario, SP35 fino a Bressana Bottarone, poi SP1 fino a Rivanazzano Terme, Godiasco, Ponte Nizza, Bagnaria, fino a Varzi (km 86, tempo medio di percorrenza 3h40m).
Da Pavia (Ponte Coperto): San Martino Siccomario, SP35 fino a Bressana Bottarone, poi SP1 fino a Rivanazzano Terme, Godiasco, Ponte Nizza, Bagnaria, fino a Varzi(km 54, tempo medio di percorrenza 2h20m). Da Voghera (viale della Repubblica): Strada Bobbio, quindi SP461 per Rivanazzano Terme, Godiasco, Ponte Nizza, Bagnaria, fino a Varzi (km 30, tempo medio di percorrenza 1h15m).
In treno
La stazione più vicina è quella di Voghera. Da Milano Centrale, tempo 40-50m. Si ricorda che dal primo aprile 2024 il trasporto delle biciclette lungo le tratte ferroviarie gestite da Trenord è diventato gratuito.
Consigli per itinerari
Scendere in direzione di Bobbio, dopo circa 5 km svoltare a sinistra, in direzione di Pecorara, raggiungibile dopo aver valicato il Passo Crocetta. Proseguire verso Nibbiano e Caminata, rientrando Lombardia. Dopo Casa Marchese e Le Moline, dirigersi verso Zavattarello e salire al Passo di Pietragavina, concludendo il giro a Varzi. In totale circa 74 km, con un dislivello di circa 2.000 m.
LA SCHEDA
Punto di partenza: Varzi (415 m)
Punto di arrivo: Penice Vetta (1.446 m)
Lunghezza: 19,2 km
Dislivello: 1.031 m
Pendenza media: 5,4%
Pendenza massima: 15%
Alberto Ferraris e Danilo Fullin
https://milano.corriere.it/(24/4/2024)
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