Quelle in corso di realizzazione nella parte “alta” della Statale 45 sono opere da 23 milioni di euro, su circa quaranta chilometri di strada da Ottone a Bobbio. Il massiccio rinforzo riguarda praticamente la metà del tratto piacentino di Statale, che conta infatti 73 chilometri dal confine con la Liguria alla città di Piacenza. Si tratta di opere che, secondo Anas, dovrebbero terminare tutte entro luglio, tranne l’irrisolto nodo di San Salvatore. L’obiettivo, oltre alla priorità sicurezza, sembra essere quello di rinforzare tutti i muscoli della Statale 45 per poi concentrarsi sui due macro progetti dell’anno e di quelli a venire: la costruzione già iniziata del nuovo ponte “dritto” a Lenzino, dopo il crollo del precedente, e la amataodiata variante di undici chilometri tra Rivergaro-Cernusca.
Il nodo a San Salvatore
Pur in questo maxi maquillage atteso in larga parte da anni e accelerato dal crollo di ponte Lenzino nel 2020, non si vede ancora lo start della messa in sicurezza del ponte di San Salvatore, che resta così per prudenza a senso unico alternato mentre – spiegano gli uffici Anas, interpellati – è in corso la progettazione dell’intervento che si spera possa rassicurare pendolari e residenti preoccupati dalle evidenti crepe sul manufatto.
Variante da 231 milioni
Per quanto riguarda invece la Rivergaro- Cernusca, guardando le evoluzioni aggiornate sul sito del Ministero si nota come nonostante il ricorso senza richiesta di sospensiva dell’associazione Residenti Utenti Statale 45 al Tribunale amministrativo regionale e quello del Comune alla presidenza della Repubblica (non ancora presentato, c’è tempo fino a fine mese), prosegua l’iter che potrebbe portare alla gara indicativamente a settembre. Almeno quella del 15 settembre è proprio la data per la gara d’appalto indicata dal ministero, con successiva consegna dei lavori quindi entro l’anno. Il valore indicato dell’investimento, che procederà per stralci, è di 231 milioni; le risorse stanziate 85 milioni.
Si va avanti
Negli atti più recenti firmati dal commissario Aldo Castellari si va avanti nella procedura, ricordando le diverse autorizzazioni paesaggistiche, quelle ai vincoli idrogeologici e i nulla osta, l’ok della Conferenza dei servizi, la valutazione di impatto ambientale, la volontà di inserire sia la rotonda della Bellaria sia il collegamento per gli abitanti di Dolgo, undici osservazioni di cittadini, enti, associazioni accolte, ventidue parzialmente accolte e cinque non accolte (tra cui l’impossibilità di spostare la rotonda di Cisiano e di Mulinazzo, «per criticità legate alla sicurezza»).
Barriere, ponti, cartelli
Intanto proseguono gli interventi di consolidamento, mentre si è aperta una crepa profonda alta almeno 70 centimetri a Fabiano, nel cuore del tratto oggetto di variante: i cantieri attuali riguardano nello specifico – spiegano gli uffici Anas interpellati – un milione e 200mila euro per le pavimentazioni, quasi undici milioni per opere (il viadotto a Ottone, quello di San Martino, quello di Mezzano Scotti e Cassolo) e altrettanti per consolidare il corpo stradale con paratie e reti paramassi. Altri 200mila euro sono serviti a pagare cartelli stradali.
«Limitazioni al minimo»
«Il cronoprogramma relativo alle cantierizzazioni, viene preventivamente condiviso con il territorio, e le limitazioni che ne conseguono vengono installate secondo una consecutio che consenta di minimizzare gli impatti sulla viabilità ordinaria, ottimizzando la produttività dei vari interventi per conseguire nel più breve tempo possibile il miglioramento delle condizioni di sicurezza generali», conclude Anas. « In tale ottica, le limitazioni vengono ridotte al minimo, ricorrendo a parzializzazioni della carreggiata stradale e regolando la circolazione a senso unico alternato con impianto semaforico».
Ora cinque semafori
Attualmente ci sono cinque restringimenti inamovibili (senza contare quello scattato a causa delle recenti piogge a Fabiano) a cui si aggiungeranno, in aprile, i lavori di manutenzione sul ponte di Ottone. Infine, sempre a partire da aprile si prevede che tre degli attuali cantieri in essere possano essere rimossi. Con una strada più sicura.
(Articolo tratto dal n° 11 del 21/03/2024) del settimanale “La Trebbia”)
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