C’è un’anagrafe che non è fatta solo di numeri. Lo si capisce parlando con il sindaco di Zerba. «Abbiamo uno splendido bambino, si chiama Leonida, è una forza, simpaticissimo». Dice così, con affetto spontaneo: “abbiamo”. «E tra poco arriva una sorellina», aggiunge. In paese sono rimasti in 74 e l’importante è non peggiorare. In effetti si resiste. Bobbio dopo anni torna con segno “più” e gli altri si assestano. Merito di quelli che la demografia chiama “immigrati”: nel 2023 oltre 300 nei 6 Comuni da Coli-Perino a Ottone.
I responsabili delle anagrafi dei Comuni sparsi nell’Alta Valtrebbia guardano i numeri sul 2023 per testare il polso dell’Appennino. «Qui se già non si peggiora è un successo, va fin bene», incrocia le dita il sindaco di Zerba Piero Rebolini. La strada di salvezza, per lui, si chiamerà un giorno fusione: «Intendo tra Zerba, Ottone, Cerignale, intanto, per iniziare. Capisco che psicologicamente possa essere difficile accettarlo, ma io farei la fusione domani se ci fossero le condizioni», precisa allargando le braccia.
Ottone: immigrati 24
Così come a Zerba anche a Ottone si respira una generale stabilità. I residenti in un anno passano da 435 a 431. E ancora, ci dicono da piazza del municipio a Ottone: immigrati 24, non pochi quindi; emigrati 17; morti 11; nati, pure qui, zero.
Cerignale: immigrati 15
Allontaniamoci di qualche chilometro scendendo verso valle. Alcune curve e 124 residenti a Cerignale. Nati zero, morti 4, immigrati 15 (c’è chi dice ci fu un aumento legato all’improvvisa voglia di votare alle comunali 2023), emigrati 5. «Facciamo fatica ad attirare residenti che scelgano di vivere qui tutto l’anno», è realista la sindaca Fausta Pizzaghi. «Questo perché sostanzialmente i servizi sono lontani. Ce la mettiamo tutta però per fare il possibile». Una strada qui bisogna da sempre inventarsela: «Stiamo per iniziare i lavori per la realizzazione di postazioni di coworking nello spazio più antico della casa municipale, la nostra Casa Sabella», annuncia Pizzaghi. Sul perché si chiamasse così nessuno lo ricorda, forse era il nome di una famiglia, forse un soprannome: «Oggi è uno spazio pericolante, per cui con fondi regionali gli restituiremo nuova vita. A piano terra, invece, costruiremo l’ufficio turistico».
Coli: immigrati 68
Anche Coli e Corte Brugnatella trattengono l’emorragia chiamata dagli anni Settanta “spopolamento”: il primo guidato dal sindaco Renato Torre conta anzi una lieve crescita, passando da 830 residenti (compresa Perino ovviamente) a 845. Nati tre, morti sedici, iscritti nuovi 68, cancellati 40. Su 62 stranieri, 50 sono donne: questo per effetto soprattutto dell’occupazione legata alle professioni di cura come il badantato, in una terra di montagna che ha soprattutto tanti capelli bianchi.
Marsaglia: immigrati 39
A Corte Brugnatella (Marsaglia) il dato riferito dal sindaco Renato Bertonazzi attesta la popolazione a 520 residenti. Erano 522 l’anno prima. I morti sono stati purtroppo 17, i nati uno. Ma compensano gli immigrati (ben trentanove) rispetto agli emigrati (ventidue, oltre a due cancellati).
Bobbio: immigrati 165
Arriviamo infine a Bobbio, il cuore demografico di questa fetta di montagna, con 3.441 residenti, in leggera crescita anche se solo di cinque unità. Vediamo dunque il dato fornito dagli uffici di piazzetta Santa Chiara, dove l’amministrazione fa capo al sindaco Roberto Pasquali: 14 nati, 66 morti, 165 immigrati, 108 emigrati altrove. «Nel 2023 la popolazione è aumentata lievemente, ed è un dato in controtendenza rispetto a quelli degli ultimi anni, che si chiudevano sempre con un calo più o meno marcato della popolazione», confermano gli uffici. Li riportiamo: 3.526 a fine del pandemico “nero” 2020, 3.443 a fine 2021, 3.436 a fine 2022.
Elisa Malacalza da Libertà
(Articolo tratto dal N° 6 del 15/02/2024 del settimanale “La Trebbia”)
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