A fine dicembre, alla veneranda età di 94 anni, ci ha lasciato Teresa Carunti di Cerignale.
Teresa, rimasta vedova giovanissima, si era rimboccata le maniche e ha cresciuto i suoi figli (tra cui l’ex sindaco di Cerignale Massimo Castelli). Era anche Cavaliere della Repubblica e non poteva essere altrimenti: lei era l’Albergo del Pino almeno dagli anni Cinquanta, dove non si insegnava solo il valore del “latte dolce fritto” o delle fagiolane, ma anche a guardare la vita negli occhi. Era stata lei – che quasi si aveva paura a intervistare, perché era un “gigante” in paese, la Teresa – a voler ampliare l’albergo, a realizzare venti nuove camere.
Donna forte, volitiva, intraprendente, ha lasciato un segno indelebile nella sua Cerignale con l’Albergo del Pino, luogo di ritrovo per tanti per l’ottima cucina da lei curata fino alla fine.
Discreta, riservata, dotata di intelligenza e lungimiranza, impegnata a dare un volto nuovo al suo paese, rendendolo meta di turisti e di affezionati che ancora oggi giungono appositamente da lontano per vivere qualche tempo di serenità e di pace.
Sergio, un suo amico, l’ha voluta ricordare con questa poesia:
Dalla Teresa
Ricordo, mangiavam dalla Teresa,
tortelli, fettuccine ed affettati,
ravioli al sugo, pini e lo stracotto,
Costine di maiale e fagiolane,
cinghiale accomodato e gnocchi al pesto,
torta di mele o latte dolce fritto.
Il vino non mancava: c’era il bis.
E nelle pause Lei ci raccontava
le formule segrete dei Suoi piatti,
semplici a volte, “poveri e gustosi”.
E poi diceva di quando noi ragazzi,
in sala si guardava la TV, con la partita
di pallone che, la Domenica, ci riuniva tutti.
A volte il liscio, la mazurca, il tango e Lei che, divertita,
ci svelava i passi giusti “per tenere il tempo.
” E tempo ne è passato, anni ’70:
tornei di calcio, bocce, e poi ballare
e festeggiare “Al Pino”, tutti insieme.
Adesso certo Lei ci mancherà, ma
passando in cucina a salutare,
potreste rivederLa indaffarata,
ai piatti ed ai fornelli o poi seduta,
nell’angolo che tanto le piaceva.
(Articolo tratto dal N° 5 del 08/02/2024 del settimanale “La Trebbia”)
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