“Carte preziose”: sono quelle conservate negli Archivi della Diocesi di Piacenza-Bobbio, che sono state protagoniste venerdì 26 gennaio alle ore 15, nella sede dell’Archivio di Stato, al secondo piano di Palazzo Farnese, del convegno “Piacenza digitale. Un patrimonio di cultura e fede, un patrimonio per tutti”, sulle inedite possibilità di fruizione offerte dalle nuove tecnologie al fine di allargare a tutto il mondo la platea degli studiosi potenzialmente interessati.
Naturalmente gli stessi piacentini hanno ora l’opportunità di consultare quella che si presenta come una biblioteca virtuale del sapere, allestita dal Centro di Ricerca Interdipartimentale sulle Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia (DHMoRe), individuando e recuperando le opere più significative raccolte nel portale Lodovico, accessibile a chiunque in maniera libera e gratuita.
Il convegno si è aperto con i saluti introduttivi di: Anna Riva, direttrice dell’Archivio di Stato e archivista dell’Archivio Capitolare di Sant’Antonino; Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi di Piacenza- Bobbio; Pietro Scottini, direttore degli Archivi Storici Diocesani di Piacenza-Bobbio, e Tiziano Fermi, responsabile dell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Piacenza.
Sono intervenuti: Matteo Al Kalak, del Centro di Ricerca sulle Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha parlato di “Che cos’è una Media Library? Opportunità per il patrimonio ecclesiastico”, e Riccardo Castagnetti, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, la cui relazione si è concentrata su “Valorizzare l’eredità musicale”, con performance su antiche musiche di Claudio Monteverdi custodite nell’Archivio Capitolare della Collegiata di Castell’Arquato, dotato di un notevole fondo musicale, che contiene, tra gli altri, l’unico esemplare completo delle “Sacrae cantiunculae tribus vocibus” del celebre compositore cremonese.
«Abbiamo stipulato convenzioni con varie università per mettere a disposizione online il patrimonio archivistico della Diocesi», spiega Ferrari. «Attraverso fondi del Pnrr, l’università di Bergamo si occuperà della scansione dei manoscritti dell’Archivio storico diocesano di Bobbio. In altri casi abbiamo fornito materiale che avevamo già nel formato digitale, come accaduto per il Libro del Maestro, già riprodotto in alta definizione per il nuovo allestimento di Kronos e adesso sfogliabile online su Lodovico».
Il Centro di Ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia prossimamente arricchirà con ulteriori pergamene e diplomi la sezione relativa all’Archivio Capitolare della Cattedrale, dove attualmente spicca il Libro del Maestro o Codice 65. Intanto ha già provveduto a scansionare il fondo musicale di Castell’Arquato, per il quale – aggiunge Ferrari – arrivavano al parroco richieste da tutt’Europa e dagli Stati Uniti, che adesso potranno essere agevolmente soddisfatte in Rete. Su Lodovico sono state riversate anche oltre duecento pergamene del X secolo dell’Archivio Capitolare di Sant’Antonino – «il secondo giacimento documentario dell’Italia altomedievale» (dopo Lucca) – digitalizzate nell’ambito della campagna condotta dall’Institut de recherche et d’histoire des textes (Irht), con il coordinamento dell’École française de Rome.
Al convegno la parola che si è sentita ripetere più spesso è stata “condivisione”. La digitalizzazione dei documenti piacentini è già partita – al momento sono già presenti i documenti del fondo Diplomatico dell’Archivio capitolare della basilica di S. Antonino che conserva quasi 4.500 pergamene riguardanti la vita politica, economica e patrimoniale dalla fine dell’VIII secolo all’età moderna.
Lodovico è una piattaforma interattiva, aperta e trasversale che raccoglie il patrimonio storico di archivi e biblioteche, con l’obiettivo di favorire la valorizzazione integrata dei patrimoni culturali di territori diversi.
Il link al sito di Lodovico: https://lodovico.medialibrary.it/home/index.aspx
(Articolo tratto dal N° 4 del 1/2/2024 del settimanale “La Trebbia”)
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