Il Santuario, a navata unica, ha origine dall’antica cappella del Castello di San Giacomo a Rivergaro, dove già nel 1100, sostavano i pellegrini nel loro cammino verso Santiago de Compostela. Sorse in un punto dal quale si può ammirare la Valtrebbia. Le prime notizie scritte della chiesa di San Giacomo risalgono al 1524. Dentro il castello trovava rifugio la popolazione al tempo delle lotte tra Ghibellini e Guelfi. Quando il castello fu distrutto, rimase la cappella a richiamare la devozione. Il Santuario della Madonna del Castello non è nato da fatti miracolosi, ma dalla fede della gente della Valtrebbia.
Nel 1876, la chiesa, passò alle dipendenze della parrocchia di Rivergaro e iniziò ad essere definita santuario, mentre il titolo ufficiale di “Santuario della Madonna delle Grazie del Castello” fu conferito solo nel 1902 dal vescovo Giovanni Battista Scalabrini”. Oggi una statua del Santo si trova all’interno del Santuario come a proteggere i migranti che giungono nel nostro paese divenuto esso terra di migranti.
La Madonna delle grazie è rappresentata da un antichissimo simulacro posto sull’altare maggiore con uno spazio apposito per la statua mariana.
Molti quadri votivi testimoniano le grazie ricevute dai fedeli in questo luogo tanto che è stata predisposta una cappella apposita per ospitarli. Saper dir grazie è ciò che esprime un ex voto: riconoscere la presenza del divino nella propria vita e nel mondo.
E Maria è madre dell’umanità nel suo andare per le vie del mondo, ad insegnarci che la vita è camminare. Ciò che insegna il cammino verso Santiago, diceva papa Giovanni Paolo II alla Giornata Mondiale della Gioventù in Spagna nel 1989 possa insegnarci che la vita è un pellegrinaggio ininterrotto verso la patria celeste e che Gesù Cristo è la via per percorrere questo cammino.
Dal 1927 sono i missionari Scalabriniani a guidare questa realtà religiosa e la sistemazione della forma attuale risale al 1944, per volere di padre Porrini, a quell’epoca rettore del Santuario. Il Santuario era tanto caro al Vescovo Scalabrini che qui avrebbe voluto essere sepolto. Oggi il Santuario è affidato agli Scalabriniani che manifestano il carisma dell’unità del fondatore. Unità tra i popoli, nel rispetto di ciascuno nella diversità, e unità grazie a Cristo, l’uomo che sulla croce ha raccolto il grido di vita di ogni uomo.
A Rivergaro Maria ci ricorda che solo se siamo uniti, potremo fare grandi cose e, solo nel nome di Gesù, perché senza di lui non possiamo fare nulla (Giovanni 15,5).
Marina Biggi
(Articolo tratto dal N° 3 del 25/01/2024 del settimanale “La Trebbia”)
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