Una riunione molto partecipata, quella che si è tenuta nel pomeriggio di sabato 13 gennaio nella sala della Soms a San Sebastiano Curone. Qui si è svolta la conferenza sul progetto denominato “Monte Giarolo”, presentato dalla Società 15più Srl di Brescia che prevede l’istallazione di un impianto eolico industriale composto da 20 aerogeneratori “Vestas 162”, ciascuno di potenza pari a 6,2MW da collocare al di sotto dei crinali montani che vanno da Monte Chiappo a Monte Bogleglio e da Monte Roncasso a Monte Giarolo.
Nella sala strapiena, nella quale molte persone non sono potute entrare, si sono susseguiti una serie di interventi che hanno evidenziato in modo netto il pressapochismo di tale progetto. La relazione della biologa Laura Gola ha sottolineato l’importanza degli habitat naturali, vero patrimonio del nostro territorio. In particolare della presenza nell’area in cui impatta l’impianto industriale, di specie animali e vegetali, alcune delle quali in via d’estinzione. Dati supportati da evidenze scientifiche inconfutabili all’impatto nocivo sui crinali.
E’ seguito l’intervento della geologa e guida naturalistica Irene Zembo, che ha posto l’accento sulla fragilità del territorio e la sua natura franosa; territorio attraversato da numerosi sentieri su cui stanno investendo enti pubblici e privati, investimenti che verrebbero vanificati dal mega impianto. Giuseppe Raggi, presidente del Comitato per il territorio delle Quattro Province, ha dimostrato come la documentazione di progetto sia lacunosa e largamente insufficiente a fornire le informazioni necessaria per una corretta valutazione ambientale.
Ha illustrato le caratteristiche generali del progetto stesso producendo a titolo di esempio diverse immagini tratte dai siti del costruttore Vestas e del trasportatore Laso riferite all’installazione e al trasporto in Algarve – Portogallo – di macchine identiche a quella prescelte dai progettisti, si è soffermato brevemente sui vincoli esistenti. Quanto alla reale produzione di energia, ha sottolineato quanto questa appaia insufficiente come dimostra anche lo studio anemologico, con percentuali troppo basse per essere preso seriamente in considerazione.
Raggi ha concluso segnalando che il decreto “aree idonee” predisposto dal ministro Pichetto Fratin la cui bozza è attualmente all’esame della conferenza stato-regioni, nell’attuale formulazione esclude che possano considerarsi aree idonee quelle vincolate dalla legge Galasso. Si appella all’assessore regionale Poggio, presente all’incontro, per far sì che la nostra Regione difenda questa impostazione in sede di conferenza stato-regioni. L’assessore regionale Vittoria Poggio si è impegnata in questo senso.
Molti gli interventi dal pubblico e i discorsi dei rappresentanti delle istituzioni. Enrico Bussalino, presidente della Provincia ha ricostruito i passi fin qui fatti dall’Ente e dai Comuni coinvolti e ha confermato l’impegno a seguire anche per il futuro con altrettanta convinzione, con una linea di contrasto al progetto devastante.
Vincenzo Caprile, presidente Unione terre Alte, presidente Gal, sindaco di San Sebastiano, ha ricordato la presa di posizione dei sedici sindaci dell’Unione e ricordato gli investimenti finanziati dal GAL per la sentieristica che sarebbero vanificati se il progetto si concretizzasse, così come i futuri finanziamenti SNAI, in relazione ai quali entro il 31 gennaio le tre Unioni montane presenteranno la “Strategia d’area”.
In conclusione, il Comitato ha preso tre impegni: continuare a seguire la vicenda, lavorare a redigere un testo per un appello al Ministro e organizzare altri incontri quando saranno state depositate le integrazioni richieste.
Per saperne di più: https://drive.google.com/file/d/1Zrhwl0IwojtoI2Otlf0G8sN2a5wyLlly/view?usp=sharing
Loredana Barison
https://www.giornale7.it/ (14/01/2024)
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