Un unico grande cantiere, ad ogni curva. Così è l’Alta Valtrebbia da ormai un anno, lungo tutta la Statale 45 nel tratto “rosso” di montagna da Bobbio a Ottone, fino al confine ligure. Disgaggio massi, riasfaltature, ripasso della segnaletica, in certi punti nuove barriere, dopo gli allargamenti di alcuni tratti degli anni scorsi tra Confiente e Ponte Organasco. Ma soprattutto è in atto il rinforzo muscoloso dei ponti – già fatto a Mezzano Scotti e a Marsaglia, e ora in fase di ultimazione alla Berlina – scattato dopo l’orrore del ponte Morandi a Genova e il crollo shock del ponte Lenzino il 3 ottobre 2020, tra Cerignale e Marsaglia. Ma se fino a qualche mese fa i cantieri erano 4, non di più, ora sono quasi il doppio in 27 chilometri, approfittando dell’inverno tutto sommato poco piovoso e del rilassamento della stagione turistica. Così le ruspe si fanno strada.
Partiamo alle 9.30, da Bobbio, direzione Genova. Statale 45 appunto. Il primo semaforo si accende da mesi alla Berlina, per consentire i lavori che ormai dovrebbero terminare a stretto giro, una volta ultimato il cordolo nella corsia in direzione Piacenza. Due curve e spunta un altro semaforo, per il massiccio intervento che inizia alla “curva delle mondine” e prosegue fino alla galleria di San Salvatore, anche questa a senso unico alternato in attesa dell’avvio concreto degli interventi programmato ormai a breve in teoria e che dovrebbe comportare la chiusura della stessa galleria per alcune ore.
La carreggiata resta ristretta poi anche dove il 30 ottobre, in una tempesta di fine autunno, sono caduti massi rendendo necessario un intervento di disgaggio: c’è ancora una rete provvisoria, a proteggere la strada, che si affaccia in linea d’aria su Brugnello. Altro cantiere prima di Rovaiola, e poi ancora si fa strada la viabilità per il nuovo ponte Lenzino, al quale lavorano le ditte – Costruzioni Edili Baraldini Quirino di Modena, Edil Sama di Salerno e Europrogressgroup di Napoli – le stesse che fino a poche settimane fa hanno messo in sicurezza il ponte di Mezzano Scotti, ora riaperto in doppio senso di marcia. Oggi di fatto si lavora ancora alle strade necessarie al cantiere, e non è stato demolito il rudere su cui invece transiterà un ponte tibetano pedonale, agganciato a un osservatorio panoramico. Il ponte di 180 metri su una nuova viabilità di 580, dal costo di 36 milioni, sarà inaugurato nel 2025.
I cantieri proseguono ancora prima di Cerignale, e poi ancora a Traschio, alle porte di Ottone, dove quindi si arriva, rispettando i semafori e andando per forza piano, in quasi un’ora.
«Lo abbiamo segnalato al 118 perché è giusto far sapere che anche alle ambulanze serve un’ora da Ottone a Bobbio», spiega Giordano Consiglieri, dalla sede della Croce Rossa in piazza a Ottone. «Credo sia importante in questa fase di cantieri tenere allertata il più possibile l’eliambulanza, ma in certe condizioni meteo non può certo viaggiare. Se attiviamo la sirena non si sente dall’altra parte dell’interruzione semaforica».
Altri ancora, tra i soccorritori, sottolineano di aver visto sassi cadere mentre erano in attesa del verde al semaforo di Traschio. «Forse si potrebbe pensare a un modo per garantire più sicurezza alle auto in sosta», sottolineano.
Altra osservazione, pur nel generale ringraziamento agli operai che lavorano in pieno inverno sulle strade, riguarda il timore per il via al cantiere della Rivergaro-Cernusca: «Benissimo i cantieri, ma chiediamo che prima di avviare l’opera nel 2024 siano terminati gli interventi in corso. Altrimenti sarà la paralisi della valle».
Elisa Malacalza Da Libertà
(Articolo tratto dal N° 41 del 14/12/2023 del settimanale “La Trebbia”)
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