Nell’era delle grandi opere e delle fonti rinnovabili il pensiero si volge spontaneo verso lo storico progetto ferroviario, inteso a collegare il porto di Genova a Piacenza, transitando per Bobbio, fulcro della Val Trebbia, nell’ottica di ristabilire la centralità dell’antica città, già protagonista durante il Medioevo per i collegamenti commerciali dal Mar Ligure fino a Milano.
Tale progetto è ben descritto nell’opera “La Ferrovia Genova-Piacenza per la Valle di Trebbia”, fatto pubblicare nel 1898 dal Comitato Promotore, presso lo Stabilimento Topografico di Gaetano Schenone, sito a Genova in Via Del Campo n. 9, ripercorrendo con precisione e completezza la genesi e le varianti dell’incompiuto proposito costruttivo. In particolare viene preso in considerazione lo studio effettuato dall’Ingegnere Carlo Dal Verme, elaborando un percorso con una pendenza inferiore al 15 per mille e l’indicazione preliminare di gallerie, ponti e viadotti, al fine di poter stimare altresì l’impatto economico di massima della sua realizzazione, tenendo conto inoltre che il tracciato non comprendeva la Valle Scrivia, per ragioni di opportunità strategica. Una galleria di 13 chilometri avrebbe poi congiunto Roccatagliata ad Isola di Rovegno, rendendo l’ammontare complessivo del tragitto pari a 116 chilometri, nel tentativo di contenere oltre alla lunghezza anche l’altezza relativa del punto culminante, nonché la variabilità della pendenza, a riguardo del computo delle “spese di trazione e di manutenzione del materiale mobile”. Inoltre, accanto alle motivazioni di concorrenza economica, a supporto dell’ambizioso progetto vengono esposte le finalità di natura militare, che consentirebbero un’adeguata difesa tra le “piazze” di Genova e Piacenza, in quanto risulta essere “una via di comunicazione interamente coperta” dagli attacchi provenienti da ponente.
D’altronde dalla relazione tecnica, contenuta nel progetto di massima del tratto ferroviario Genova – Piacenza – Verona, dell’Ingegnere Francesco Morone, pubblicato nel 1914 presso la Tipografia “Ditta Pietro Agnelli”, ubicata a Milano in Via Pietro Verri n. 16, viene prescelto il percorso che da Roccatagliata giunge a Montebruno, con la creazione di una galleria di 6 chilometri, discendendo poi lungo il corso del fiume Trebbia, con la previsione delle stazioni locali di Rovegno, Ottone, Cerignale e Marsaglia, per quanto attiene l’Alta Valle.
Un’idea innovativa, che a lungo ha animato le speranze di un rilancio competitivo nell’ambito dello sviluppo commerciale dei trasporti logistici via rotaia, che purtroppo non ha mai visto la luce, nonostante gli sforzi profusi nell’individuare la migliore soluzione possibile.
Alessandro Rapallini
(Articolo tratto dal N° 31 del 28/09/2023 del settimanale “La Trebbia”)
“La Trebbia” si inserì nel dibattito sulla ferrovia
Di questo “sogno” sorto nell’euforia della rivoluzione industriale, progetto che avrebbe trasformato la vita di Bobbio e delta Val Trebbia, sono rimaste vive solo le memorie – parole e scritti – per almeno due decenni del secolo scorso.
Una strada ferrata che da Genova avrebbe raggiunto Piacenza passando per Bobbio ebbe il favore di amministratori e politici che ne vedevano uno strumento di sviluppo economico e di strategia.
“La Trebbia” si inserì nel dibattito con un rubrica fissa e fin dai primi suoi numeri: “LA FERROVIA”. Condusse infatti questa battaglia registrando mozioni comunali e provinciali, riferendo di riunioni dell’ente Autonomo del Porto di Genova (motore dell’intero problema), citando ogni azione proposta dal consigliere genovese ing. Palazzi e calcando la mano sulle iniziative dell’On. Luchino Dal Verme – generale dell’esercito e nostro deputato.
Ci fu anche un gustoso episodio: un gruppo di giovani organizzò una mascherata carnevalesca, con tanti pezzi di rotaie e traversine, bulloni e fischietti per capostazione e sfilò a più riprese nelle vie del centro mimando un cantiere in opera con accompagnamento di una canzone dal titolo “La ferrovia, sogno d’amor”. Era il primo decennio del ‘900 e l’idea voleva essere pungolo, ma con la morte del Gen.le Dal Verme e soprattutto con lo scoppio del primo conflitto mondiale, si spensero tutte le speranze.
(Articolo tratto dal N° 32 del 5/10/2023 del settimanale “La Trebbia”)
Le fermate previste della ferrovia
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