Notizie storiche dell’edicola di Sant’Andrea sul ponte di Alpepiana

La Città Metropolitana di Genova sta eseguendo importanti lavori di consolidamento, miglioramento, messa in sicurezza del ponte di Alpepiana, struttura del Settecento con la sua edicola votiva, sottoposta a vincolo monumentale da parte della Soprintendenza.
La struttura oggetto dell’intervento collega la provinciale regionale 586 della val d’Aveto con la strada provinciale 72 di Alpepiana e unisce la frazione stessa con Lovari, Vicomezzano, Vicosoprano, Passo del Pescino, val Trebbia con raccordo ad Ottone sulla statale 45.
Renato Lagomarsino, cultore di storia in particolare della val Fontanabuona, ma attento ricercatore e osservatore del territorio, ci segnala una curiosità riguardante la targa in marmo murata nell’edicola che sta al centro.
«Su questa targa – afferma Lagomarsino – ci sono la data di costruzione (1788) e l’immagine dell’apostolo Andrea, fratello di Pietro, crocifisso su una croce ad X, così come lui volle per subire il supplizio in modo diverso da Gesù. Alla base c’è una epigrafe di non facile interpretazione, anche perché il lapicida che la incise dispose le parole in maniera piuttosto arbitraria. Dovrebbe infatti leggersi così:
“Condidit Andreas / Andreas prote- git alter / Nisibus iste polo /Sumptibus ille solo”.
A darne questa corretta lettura fu il professore Carlo Costa, latinista e poeta, nativo di San Colombano Certenoli ma residente a Chiavari, dov’è mancato una ventina di anni fa. Lo fece con un articolo destinato all’ultimo numero della rivista “Il Golfo” del febbraio/marzo del 1988, sul quale però non venne pubblicato avendo l’editore ridotto il numero delle pagine. Costa ne fece anche la traduzione, tentata da altri ma in modo non corretto. Dice l’epigrafe: “Un Andrea lo costruì, un altro Andrea lo protegge. Questo con la sua forza dal cielo, quello con il suo denaro sulla terra”. Ossia, “Un Andrea (della famiglia dei Doria, feudatari di Santo Stefano) ne fu il costruttore, un altro Andrea dal cielo lo protegge con la sua forza, l’altro (lo fece) col suo denaro».
Lagomarsino conclude la sua nota storica ancora ricordando un commento del professor Costa: “Dalle poche parole dell’epigrafe si può avere un certo ritratto dell’Andrea costruttore: devoto, ricco, generoso e potente, e modesto al punto tale da celare il suo casato. Anche per questo l’epigrafe è singolarissima: nasconde infatti proprio quello che in genere è il motivo primo delle iscrizioni”.

(Articolo tratto dal N° 30 del 07/09/2023 del settimanale “La Trebbia”)

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