Non ci siamo mai opposti all’idea di ammodernare la Statale 45, ma il progetto di realizzare sei rotonde tra Rivergaro e Cernusca non ci trova minimamente d’accordo. Per questo vogliamo suggerire diverse migliorie al progetto di Anas». Giorgio Vecchiattini, uno dei portavoce del “Comitato Residenti Utenti” della Statale 45, ha esordito così al primo dei due incontri che il sodalizio ha organizzato alla pizzeria “La Volta” di Cisiano (l’altro è questa sera a Dolgo, alle ore 21), dove si sono trovati una quarantina di residenti delle frazioni di Molinazzo, Cisiano, Rallio, Montechiaro, interessati alla controproposta.
«Tra il progetto Anas e il “non fare niente” – ha aggiunto Vecchiattini – ci possono essere delle soluzioni alternative, per mettere in sicurezza questo tratto, l’unico rimasto ancora “vecchio”, rispetto a quelli di Perino-Bobbio e Rivergaro-Piacenza. Siamo però contrari al concetto di realizzare di fatto una strada nuova, dove invece ci sono case e attività. È stata una precisa scelta di Anas, quella di operare così. Per adesso non sono state molto ascoltate le nostre considerazioni, anzi, l’intero progetto non tiene proprio conto degli abitanti». Il comitato chiede ai comuni di Travo e Rivergaro di portare queste considerazioni in Conferenza dei Servizi.
Il docente Daniele Fanzini, un altro dei residenti coinvolti dagli espropri decisi da Anas, si è soffermato su alcuni aspetti del progetto della società del gruppo Fs. «Il progetto Anas – ha dichiarato – ha decentrato verso il “lato valle” l’allargamento della strada, rispetto a monte, per arrivare all’obiettivo dei 9 metri e 50, rispetto ai 6-6.30 attuali. Un criterio di quest’opera è la chiusura di tutti gli accessi alla strada, permessi solo tramite le rotatorie. Nei centri urbani, ovvero da cartello a cartello, non si tocca nulla. Sono zone che non permettono l’ampliamento della sede. Ma viene impedita la svolta a sinistra dalle vie secondarie».
Per il comitato le rotonde non aumenterebbero la percorribilità e i tempi di percorrenza della strada. «Rimarranno sempre quelli. Attualmente – fa notare Vecchiattini – abbiamo due rotonde da Rivergaro a Bobbio, Anas ne vuole costruire sei in dieci chilometri. La sicurezza non viene garantita con la devastazione di questa valle».
«I nostri criteri – è la controproposta spiegata da Fanzini – recuperano concetti dei progetti precedenti a questo. In particolare quello del 2017, che teneva maggiormente conto della particolarità del contesto. Vorremmo così mantenere la continuità di questo tratto, ricalcando il sedime esistente. Chiediamo l’eliminazione del divieto di svolta a sinistra e la sostituzione delle rotatorie con svincoli a raso. Spingiamo per ridurre l’impatto del viadotto di Cernusca, di quello Rio Acqua Rossa e di quello già realizzato di Mulinazzo. Il controllo della velocità delle auto non deve essere regolato dalle rotonde, ma dai dispositivi di rilevamento elettronico della velocità. Nessuno dice che l’opera non si deve fare e che non bisogna aumentare la sicurezza. Ma il progetto va rivisto e migliorato tenendo conto delle esigenze della valle e dei suoi abitanti».
Il Comitato evidenzia, sul fronte sicurezza, la necessità di intervenire principalmente dall’incrocio di Rivergaro di “Fontanamore”. «Qua sì che ci vorrebbe una rotonda per agevolare la 45, la provinciale 40 e l’ingresso a Rivergaro. I due comuni sono d’accordo, l’unico problema è che una bretellina di pochi metri dalla rotonda verrebbe realizzata nell’area del parco del Trebbia, dove non si può costruire». A Fabiano, invece, la rotonda prevista da Anas andrebbe sostituita con uno svincolo a raso in quattro direzioni.
Perplessità anche sulla decisione di rendere più curvo l’unico tratto rettilineo, quello di Montechiaro. «Senza rotonde – è la “sentenza” dello storico attivista e ambientalista Fabrizio Binelli – risparmieremmo soldi (il progetto del 2017 era di 46 milioni di euro, ora siamo a 160 milioni), tempo dei cantieri e non rovineremmo la vallata».
https://www.ilpiacenza.it/ (06/09/2023)
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