Purtroppo sì, è un problema. I miei genitori stavano tornando a Piacenza, da Ottone, tempo fa. Erano nella loro corsia. In curva si sono trovati una moto davanti. Lo scontro è stato violentissimo. Il casco del motociclista ha sfondato il parabrezza dell’auto, i miei sono rimasti feriti, sterno rotto, contusioni. I rilievi stradali dei Carabinieri hanno dimostrato che mio padre era totalmente nella sua corsia e nella velocità consentita. Del motociclista non ho più saputo nulla, era gravissimo».
Il pubblicare gli scatti – fatti da loro stessi, tramite la telecamerina installata sul cofano – di motociclisti spericolati, sul quotidiano Libertà, ha avuto l’effetto di togliere un tappo all’indignazione dei cittadini. Nessuno ce l’ha con la categoria dei centauri, anzi: ci sono borghi che li benedicono come eroi, perché sono turismo, sono economia, sono pranzi, cene, vita. Lo stesso San Colombano li protegge, patrono dei motociclisti. Quello che la vallata, diffusamente, reputa intollerabile è lo scambiare volutamente la Statale 45 per una giostra, per una pista.
«Pochi giorni fa, l’incidente tra le due moto in Valtrebbia, nelle curve dei meandri dopo Marsaglia, è avvenuto pochi secondi davanti a me, è stato terribile, abbiamo avuto paura. Le moto erano completamente distrutte. Pochi minuti prima uno dei due mi aveva superato in curva… Poco dopo era a terra», è un’altra voce raccolta.
E ancora, intervistando i residenti nei paesi che si affacciano sulla “45” da oltre 5mila veicoli ogni giorno di media: «La soluzione ci sarebbe. Controlli con telecamere e forze dell’ordine ogni 5 chilometri durante il sabato e la domenica per un mese. In un mese in Valtrebbia ritornerebbe alla normalità e i motociclisti andrebbero a correre a Imola».
«Abito in Valtrebbia e lavoro in città. Nei fine settimana incrocio decine di moto che salgono verso la vallata, ormai è diventata il loro circuito. Io nei fine settimana esco di casa solo se sono costretta, ho il terrore, ogni tanto te li trovi contromano che sbucano da una curva, piegano e invadono la tua corsia. L’esercito ci vorrebbe. Controlli a tappeto, sospensione della patente e sequestro permanente del mezzo».
Altri ancora: «Questo purtroppo è il risultato dei social. E ne vediamo i risultati dappertutto. Anche le stesse auto tagliano la strada. Si incrociano spesso automobilisti alla guida “imbambolati” davanti al telefonino». «Vado da 40 anni in moto con mio marito e abito in Valtrebbia. Alla domenica non usciamo. I pazzi fanno tremare anche la nostra moto. La vita è la tua… vuoi morire? Fallo ma non far morire anche me…».
Elisa Malacalza
(Articolo tratto dal N° 24 del 6 luglio 2023 del settimanale “La Trebbia”)
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