Tante storie, tutte da non dimenticare. E un sentiero che possa essere non solo un’occasione di turismo alla scoperta dell’entroterra, ma anche un modo per ricordare le tante attività della Resistenza tra valle Sturla e val d’Aveto durante la seconda guerra mondiale.
Proprio per questi motivi, tempo fa, era nato il Sentiero della Resistenza che parte da Borzonasca e arriva a Rezzoaglio grazie ad un’idea del Cai e della Fie. In questi giorni il Parco dell’Aveto, dopo aver trovato l’accordo con una ditta locale, ha iniziato un lavoro di pulizia straordinaria con l’obiettivo di rendere nuovamente fruibile il sentiero nella sua interezza entro il prossimo 25 aprile, 78esimo anniversario della Liberazione.
Negli ultimi anni, infatti, alcuni tratti del sentiero erano diventati difficilmente percorribili per via della caduta di alberi e della vegetazione aggressiva, specie nei tratti dove un tempo c’erano delle coltivazioni e oggi sono abbandonati.
Il Sentiero della Resistenza è lungo 22 chilometri per un dislivello di 1250 metri. Secondo le mappe ufficiali si percorre in circa 8 ore di cammino, ma il percorso chiaramente può essere anche ridotto modificando i punti di arrivo e di partenza.
Il tracciato parte dal centro di Borzonasca e attraverso il Passo del Bozale entra in val d’Aveto, attraversa lo storico borgo di Villa Cella e scende a Rezzoaglio. In occasione della celebrazione del 25 Aprile il parco dell’Aveto ha provveduto a intervenire nei punti critici dove il transito era difficoltoso a causa della caduta di alberi e del propagarsi delle sterpaglie. A suo tempo Carlo Bertelli, Sandro Sbarbaro e Fulvio Tuvo hanno dedicato a questa via di comunicazione pedonale una interessante guida sempre attuale dalla quale abbiamo tratto alcuni passaggi. Il sentiero della Resistenza inizia da Borzonasca da piazza Severino, martire partigiano il cui bassorilievo è posto sulla facciata del municipio.
Brevemente ci si inoltra nel bel centro storico per poi percorrere, in forte salita, il tratto fino a Caregli. Una lapide, attestante l’eccidio di cittadini da parte di aderenti al partito fascista, è murata sulla facciata sinistra della chiesa.
Lasciato Caregli si prosegue per raggiungere in successione Bocca Moa (sulla dorsale di Caroso), Ca’ di Barca (sopra Gazzolo) e, dopo una discesa di circa 100 metri, la località Il Poggio presso Temossi.
Infine si risale verso Montemoso. Proseguendo si tocca Case Prorè e poco dopo Prè Fogaia, toponimi che evidenziano la presenza del prato. L’ambiente si fa più alpestre con la percorrenza di una bella foresta demaniale di abeti fino a giungere al punto più elevato dell’itinerario, il Passo delle Rocche o di Bisinella (1125 metri di quota) sull’Alta Via dei Monti Liguri.
Qui vi è una targa celebrativa della lotta di liberazione, posta dal Cai e dalla Fie. Si raggiunge Villa Cella, a quota 1017 metri, dove nel 1103 i monaci benedettini fondarono la chiesa di San Michele e il convento, posto tappa e ospizio per carovanieri ed ogni sorta di viandante. Fu centro di espansione cristiana.
Ecco poi l’abitato di Costafigara, meritevole di visita, avendo conservato in alcuni suoi aspetti una architettura rurale di connotazione alpestre di notevole interesse e suggestione.
Si prosegue passando dalla località Fornelli, sito composto da alcuni vecchi cascinali di un certo interesse agreste. Superata questa località il sentiero scende, lungo la costa detta Pianetta, alla località Fontanelle sino a raggiungere Rezzoaglio. Qui il sentiero si congiungeva con l’altra importante via medievale proveniente da Ventarola.
Fabio Guidoni
(Articolo tratto dal N° 14 del 20 aprile 2023 del settimanale “La Trebbia”)
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