Le acque di Canneto erano alimentate da due fonti; la prima sbocca appena sopra il letto della Trebbia e l’altra in mezzo a un campo. Ambedue nascono in una proprietà già dei Reposi, ora di Scrocchi. Così scriveva il dott. G.B. Foppiani nel suo libro “BOBBIO e le sue risorse terapeutiche quale Stazione Balnearia Climatica pubblicato nel 1903”.
Quest’acqua, “di cui fanno menzione parecchi studiosi di geologia della nostra regione, è meno sulfurea, contiene pochissimo zolfo e pochissimo acido solfidrico e si può dire unicamente salata. È ricca di solfati alcalini e, presa a digiuno nella proporzione di ¼ di litro o mezzo litro è leggermente purgativa. Serve molto bene nei catarri gastrici subacuti e cronici, a sciogliere il muco dello stomaco, come lavatura gastrica e gastrico intestinale.”
Ricordo che quando ero ragazzo, erano gli anni di guerra, in piena epoca fascista, molte persone si recavano, di buon mattino, a bere quest’acqua e il Comune aveva provveduto a dotare Canneto di ben tre gabinetti. Io ricordo ancora, con mio sommo disgusto, le sfide che mettevano in atto certe persone che arrivavano a bersi anche 30 bicchieri di quest’acqua puzzolente. Noi ragazzi andavamo per curarci i “brufoli” dell’età e le ragazze si bagnavano perché sostenevano che l’acqua curava la pelle.
A proposito dei gabinetti: un bel giorno sui loro muri apparve una scritta «Per il Duce e per il fascio qui la faccio e qui la lascio», visto i tempi durò solo qualche giorno.
Ora ritornando alle acque di Canneto e al Rio Faina (e non rio Foino) sarebbe giusto far rifare le analisi dell’acqua salata ed esporle al pubblico; sarebbe un servizio in più per gli appassionati della “piscinetta”.
Allego una vecchia foto (Peccato che in Italia basta far fallire la ditta con cui si opera e tutto finisce lì).
Gigi Pasquali
(Articolo tratto dal N° 14 del 20 aprile 2023 del settimanale “La Trebbia”)
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