Associazioni e sindaci temono nuove restrizioni sul territorio a causa della Peste suina africana (Psa). La gestione fallimentare dell’emergenza ha fatto estendere la zona infetta all’Emilia Romagna e alla provincia di Asti.
Le carcasse di cinghiale infette vengono trovate sempre più a ridosso dei confini dell’area e in una delle ultime riunioni dell’Unità di crisi ministeriale era stato detto che le deroghe concesse nel 2022 alle attività outdoor nella zona infetta dalle Regioni Piemonte e Liguria avevano contribuito alla diffusione del virus.
Ora si attendono le decisioni del nuovo commissario per l’emergenza, nominato dal governo tre settimane fa, ma già si parla dell’entrata in vigore di nuove limitazioni, cancellando probabilmente le deroghe concesse a cacciatori, escursionisti, biker, eccetera. A dare l’allarme è il sindaco di Cassinelle, Roberto Gallo, che annuncia una richiesta di incontro con il neo commissario e con il prefetto di Alessandria sottoscritta con altri primi cittadini: «Servono chiarimenti sugli interventi in programma in merito all’emergenza Psa. La preoccupazione di altri provvedimenti non risolutivi è tanta e ci sono attività come quelle agricole e del turismo che non possono essere ulteriormente penalizzate con nuove limitazioni».
Anche Arci caccia Alessandria paventa il ritorno alla chiusura totale dell’outdoor e parla di notizie ufficiose che trapelano dagli ambienti regionali e provinciali che paventano una nuova stretta nelle zone di restrizione, che si vanno ad aggiungere «al grande malumore all’interno del mondo venatorio del basso Piemonte». L’associazione venatoria fa riferimento a un documento del Gruppo operativo degli esperti dell’Unità di crisi redatto a gennaio, nel quale si dice che il gruppo «non esclude che il peggioramento della attuale situazione epidemiologica regionale sia da ascrivere proprio all’attività venatoria».
Giampiero Carbone
https://www.lastampa.it/ (14/03/2023)
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