Si intitola “Piuzzo. Una comunità dell’alta val Borbera: persone, parole, luoghi” il libro scritto da Marino Basso sulla frazione di Cabella Ligure. L’autore, con questo libro, consente di entrare nello spirito e nella storia di uno dei paesi che fanno corona all’alta val Borbera, sorti su quella linea altimetrica dei 900-1000 metri che si caratterizza storicamente per economia, ritualità, organizzazione della vita sociale e del territorio. Piuzzo, adagiato alle pendici del monte Ebro, delle sue faggete e dei suoi pascoli che tanta parte ebbero, per secoli, forse per millenni, nella vita di questa comunità, come pure di quella confinante di Cosola, che da Piuzzo dista un’ora e mezza di cammino, per boschi, riali, coste rocciose. Con la sua storia, tanto antica quanto misteriosa e incerta, Piuzzo ha da sempre offerto alla volontà di conoscenza di Marino Basso, materia di ricerca e impegno, alimentata dalla grande passione e dal profondo radicamento nel suo paese di origine. Ne è risultato questo libro, che nasce dall’incontro tra l’autore e Paolo Ferrari, già curatore e autore di varie pubblicazioni dedicate al territorio delle Quattro Province, il quale non si è fatto sfuggire l’occasione di dare forma sistematica alla gran messe di racconti, notizie, memorie raccolte e conservate da Marino nel corso di tanti anni, insieme all’amico fraterno Mario Magnani, purtroppo recentemente scomparso. Il libro è un concentrato di conoscenze di prima mano, interne a una cultura che nessuno strumento informatico potrà restituire.
I casati che componevano nel 1940 (anno scelto per il suo emblematico carattere di soglia verso la modernità) la struttura sociale della comunità, con aneddoti su persone e situazioni di vita; il dialetto, ovvero un glossario di termini spesso dall’oscura etimologia, con un frasario esemplificante per molte delle voci riportate; i luoghi e i toponimi, raccontati attraverso la descrizione di itinerari che ognuno potrà percorrere cercando di riconoscere dei luoghi anche i nomi, e dei nomi i possibili significati, spesso solo ipotizzabili, ma anche così si procede verso la conoscenza. Completano il prezioso volume, alcuni racconti di vita vissuta, che sono anche specchi di una società contadina montanara ormai per sempre estinta, forse già in gran parte composta della materia dei sogni e delle leggende, anche se le pietre dell’antico monastero di Sòuso ci richiamano alla concretezza e alla realtà del documento storico, che spetta a noi contemporanei indagare e decifrare, con l’occhio attento ai dettagli, a quel che rimane, come pure a quanto apparentemente si è perduto. Una sessione di fotografie d’epoca chiude il volume, con dettagliate didascalie che guidano alla lettura del territorio e delle situazioni riprodotte offrendo ulteriori elementi di conoscenza della realtà di questo villaggio dell’alta val Borbera.
Per contatti e informazioni: Marino Basso, 0143/65008; Paolo Ferrari 368/7703336 paolo@appennino4p.it
https://www.giornale7.it/ (17/10/2022)
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