Cinque campate, centottanta metri di lunghezza da costruire in 455 giorni, poco più di un anno, per un totale di ventuno milioni di euro. Il futuro ponte Lenzino ora lo si può vedere nel corposo dossier di carte e rendering pubblicati da Anas nelle ultime ore e sottoposti a Valutazione d’impatto ambientale al ministero. Niente barricate, questa volta: «Per me si può approvare anche subito, questo ponte è bello, guardatelo in foto, è come lo volevamo noi sindaci, e consente di eliminare curve pericolose», è felice il sindaco di Cerignale Massimo Castelli, che ad aprile aveva organizzato con quasi tutti gli amministratori dell’Alta Valtrebbia una protesta massiccia, per chiedere venisse stralciata una volta per tutte l’idea di ricostruire il viadotto lungo lo stesso tracciato di quello crollato il 3 ottobre 2020.
«Anas ci ha ascoltati in questa occasione, il progetto lo dimostra, bene», continua Castelli, che ringrazia oltre alla società anche l’assessore regionale Andrea Corsini e la presidente della Provincia Patrizia Barbieri, oltre ai colleghi amministratori e chi li ha sostenuti anche raccogliendo firme in valle. Nella stessa relazione della società che gestisce la Statale 45 viene confermata la maggiore sicurezza del tragitto ipotizzato: «L’infrastruttura sarà realizzata a monte del ponte esistente e attraverserà l’alveo con un tracciato inclinato per permettere la costruzione di un tratto stradale più sicuro».
E inoltre, si legge: «La soluzione proposta con impalcato a cinque campate è un’integrazione tra la morfologia del ponte storico e le esigenze stradali attuali, resa possibile dalle tecnologie disponibili. Grazie a questa soluzione sarà possibile integrare il nuovo ponte all’interno della valle garantendo una qualità paesaggistica che non deriva solamente dalla tipologia e dalle finiture dell’opera stessa ma anche dalla possibilità di avere un punto di vista privilegiato sulla valle, attraversando il ponte in macchina e potendosi soffermare nei pressi del vecchio ponte che sarà restaurato».
Si tratta cioè di trasformare i ruderi, tutelati come bene storico, in un punto panoramico, come appunto era stato chiesto dai sindaci, inizialmente andati in rotta di collisione con la Soprintendenza e con chi sosteneva che chiedere una revisione del tracciato avrebbe allungato i tempi e creato solo disagi. Per Anas, in realtà, «la presenza di un nuovo punto panoramico all’interno dell’alveo del Trebbia può essere un’opportunità per la valorizzazione paesaggistica del territorio», restaurando quel che resta del vecchio Lenzino.
Elisa Malacalza
(Articolo tratto dal N° 40 del 9/12/2021 del settimanale “La Trebbia”)
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