Bobbio, la proposta degli studenti delle superiori: “Date a noi le terre incolte, le trasformeremo in risorsa per il territorio”

“Date a noi le terre incolte, le trasformeremo in risorsa”. Non è solo un’idea ma è una proposta concreta che arriva dagli studenti delle classi quarta e quinta della secondaria di secondo grado “San Colombano” di Bobbio, l’unica scuola superiore in quella zona. Siamo in val Trebbia, sulla sponda sinistra dell’omonimo fiume, ai piedi del Monte Penice. Un territorio a confine con la Lombardia, la Liguria e il Piemonte, ricco di cultura e un tempo noto anche per i suoi prodotti agricoli e il suo vino. Oggi, nel borgo medioevale, vivono solo 3500 abitanti, tra cui molti studenti che frequentano l’istituto e il preside della scuola, Luigi Garioni, un uomo profondamente legato a questa terra. Da parecchi anni il paese che si fregia di diversi riconoscimenti, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano dal 2005, tra i “Borghi più Belli d’Italia” dal 2006, è stato in parte abbandonato da chi prima aveva terreni fertili in quel territorio.
Molti hanno preferito andarsene in città, a Piacenza o a Genova; altri hanno scelto persino di emigrare all’estero lasciando per sempre il loro “tesoro” a Bobbio: i campi avuti in eredità da nonni e genitori. A vedere ogni giorno sotto i loro occhi questa situazione sono i ragazzi del commerciale “San Colombano”. “La Regione Emila Romagna – spiega Garioni che è nato a Piacenza ma appena ha potuto è tornato nel luogo natio della madre – sta facendo un’indagine tra gli studenti per comprendere le esigenze lavorative dei giovani. In questo contesto, la nostra scuola, è stata la prima ad essere intervistata. I ragazzi hanno fatto un lavoro con la cooperativa “Eureka” facendo un’analisi dei rischi e delle opportunità di un investimento sui terreni della zona”.

I risultati di questo report sono stati presentati nei giorni scorsi a Camilla Carra della Regione. La proposta degli studenti è chiara: vogliono far rivivere quelle terre, impedire che il bosco avanzi sui vecchi terrazzamenti che possono tornare a essere coltivati. I ragazzi hanno pensato ad una formula di comodato d’uso o d’affitto simbolico che permetta loro di occuparsi di quelle aree dando le gambe a un progetto di promozione turistica a 360 gradi.

“Da qualche tempo – racconta Garioni – alcune persone stanno facendo un tentativo di recupero dei terreni che dimostra che la visione dei nostri allievi è quella corretta. Sono nati dei noccioleti; una limonaia; qualcuno ha pensato di coltivare lavanda e altri hanno provato a piantumare di nuovo uliveti e vigneti. Il progetto studiato dalla nostra scuola potrebbe essere un trampolino di lancio per recuperare un modo di vivere più agricolo e attrarre anche turisti e persone che desiderano vivere in un luogo accogliente e naturale, lontano da fabbriche e inquinamento”. Tra le idee proposte alla Regione anche quella di portare la fibra internet per consentire alle persone di effettuare il lavoro a distanza: “La dirigente della Regione – sottolinea Garioni – è rimasta colpita dalla lucidità e dalla quantità delle proposte fatte dai ragazzi. Speriamo che tutto ciò abbia un seguito”.

Alex Corlazzoli

https://www.ilfattoquotidiano.it/ (07/11/2021)
(Fotografia di Bobbio di Giacomo Turco)

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