E’ in forte crescita il numero degli appassionati di mountain bike, ma anche quello di coloro che amano le traversate dell’Appennino ligure-emiliano a cavallo. Per fare fronte a questa esigenza turistico sportiva l’amministrazione comunale di Rezzoaglio, in carica fino a 2 anni fa, aveva progettato e iniziato i lavori per la ciclovia e ippovia che unisce le frazioni di Priosa e Ventarola. Ora l’opera è stata completata dall’attuale amministrazione. Con una semplice cerimonia, presente tanta gente e l’attuale sindaco Marcello Roncoli, è stata inaugurata.
L’opera più importante riguarda il tracciato in terra battuta che con un percorso ad anello di 10 chilometri unisce i due paesi che si trovano a breve distanza con le valli Trebbia, Fontanabuona e Sturla. Si sale verso la località di Mandriole e poi in ripida discesa si raggiunge Ventarola.
A Priosa il percorso è stato completato con un ponte in legno che attraversa l’Aveto, mentre è stata realizzata da un artigiano del luogo una fontana in pietra. Anticamente, prima che negli anni Trenta del secolo scorso, venisse realizzato il collegamento tra Chiavari e Rezzoaglio, i sentieri venivano percorsi da carovane di muli.
Ventarola era la classica porta di accesso alla vallata. La mulattiera proseguiva per Priosa scendeva a Rezzoaglio, raggiungeva Santo Stefano d’Aveto e proseguiva per il Passo del Crociglia, Ferriere, Bettola, Piacenza. Non meno di 30 chilometri al giorno percorsi per uno scambio di merci tra costa ligure e pianura padana. Attualmente la valle dell’Aveto, con i comuni di Rezzoaglio e Santo Stefano, è caratterizzata da una miriade di sentieri per la gioia degli escursionisti e degli appassionati del mountain bike.
Il parco dell’Aveto ha ristrutturato e sistemato la strada forestale delle Lame che parte dal lago omonimo, sale verso la riserva delle Agoraie, passa accanto al laghetto del Moggetto o Lagastro, valica i passi della Gonnella e delle Lame dove è stata trasformata in rifugio una casermetta a quota 1303 di altitudine. Le opere che riguardano 8 km di carrareccia, sono eseguiti con i fondi appositi del piano di sviluppo rurale.
Importante sull’Alta Via dei monti liguri, nel territorio di Levante (da Barbagelata al Ramaceto, dal Passo della Forcella al Passo Prè di Lame, dal Passo della Spingarda all’Incisa e fino al Passo del Bocco) la presenza a cura della Regione Liguria dei paletti geolocalizzati nel quadro del progetto pilota “Point of Interest in Case of Emergency” per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle attività outdoor. Lungo tutta l’Alta Via da Ventimiglia a Sarzana la centrale unica di risposta del 112 potrà individuare immediatamente l’area di intervento.
Basterà che l’escursionista in caso di smarrimento o infortunio legga i numeri presenti sul paletto all’operatore del 112, agevolando cosi le operazioni di soccorso. Gli interventi di soccorso sono in crescita soprattutto durante il periodo della raccolta dei funghi.
Fabio Guidoni
(Articolo tratto dal N° 34 del 21/10/2021 del settimanale “La Trebbia”)
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