La val Tidone è una valle dell’Appennino ligure, formata dal torrente Tidone, posta tra le province di Pavia e Piacenza.
Geografia
La valle è formata dal torrente Tidone, che nasce dalle pendici del monte Penice a circa 1000 m s.l.rm., nei pressi della località Casa Matti di Romagnese, e termina tra le località di Grintorto di Agazzrano e Fabbiano di Borgonovo Vral Tidone, dove il torrente inizia a scorrere nella pianura Padana; confina a oriente con la val rLuretta, la val Tridoncello, la val Chiarone e la val Trebbia, a occidente con la val Bardonezza, la val Versa, la valle Scuropasso, la val Coppa e la val Staffora.
Valichi
È messa in comunicazione con la val Coppa tramite il passo del Carmine, con la val Trebbia tramite il colle della Crocetta e con la val Tidoncello tramite il passo Ca’ del Diavolo.
Monti
Il monte più alto della val Tidone è il monte Penice (1460 m s.l.m.), dalle cui pendici nasce il torrente Tidone, la cui vetta, si trova tra la val Trebbia e la val Staffora. Sullo spartiacque con la val Trebbia si trovano il monte Castello (1083 m s.l.m.), la Pietra Corva (1078 m s.l.m.), il monte Pan Perduto (1064 m s.l.m.), il Groppo (999 m s.l.m.) e il monte Pradegna (960 m s.l.m.).
Sullo spartiacque con la val Tidoncello si trovano il monte Lazzarello (866 m s.l.m.) e il Pian del Poggio (801 m s.l.m.). Nella zona del torrente Chiarone si trovano il monte Aldone (810 m s.l.m.), il monte Bono (725 m s.l.m.) e il monte Ciarello (716 m s.l.m.). Tra la val Tidone e la val Staffora si trovano il monte Alpe (1254 m s.l.m.), il Poggio di Alpe (1192 m s.l.m.), il monte Zuccarello (909 m s.l.m.), il monte Calenzone (1150 m s.l.m.) e il monte l’Olmo (1111 m s.l.m.).
Idrografia
Il corso d’acqua principale della valle è il torrente Tidone, lungo 46 km e con un bacino idrografico di circa 350 km².
I principali affluenti del Tidone sono:
Torrenti in sinistra idrografica:
Morcione: nasce tra il monte Calenzone e la Costa d’Alpe e sfocia nel Tidone a Le Moline, a valle di Zavattarello.
Rio Molato: Nasce nei pressi di Pometo e sfocia nel Tidone nei pressi della diga del Molato, che prende il nome dal corso d’acqua.
Gualdora: Nasce poco distante da Tassara e sfocia nel Tidone nei pressi di Trevozzo, entrambe frazioni di Alta Val Tidone.
Torrenti in destra idrografica:
Tidoncello: nasce sulla Croce delle Mogliazze, sull’estremità sudorientale del bacino del Tidone, nel comune di Alta Val Tidone e sfocia nel Tidone a valle di Nibbiano.
Chiarone: nasce presso Marzonago, scorre incuneato tra il Tidoncello e il Luretta e sfocia nel Tidone nei pressi di Pianello Val Tidone.
Luretta: affluente principale del Tidone, forma l’omonima valle e sfocia nel Tidone in pianura non lontano dalla foce del Tidone nel Po.La diga del Molato
Laghi
Nella medio-alta valle, tra i comuni di Alta Val Tidone e Zavattarello, il Tidone forma il lago di Trebecco, che prende il nome dall’omonima frazione del comune di Alta Val Tidone, che era in origine comune autonomo. Il lago è stato originato dalla costruzione, ai fini irrigui e di idroelettrici, della diga del Molato, avvenuta tra il 1921 e il 1928 su progetto dell’ingegner Augusto Ballerio e inaugurata in quello stesso anno alla presenza dell’allora capo del governo Benito Mussolini.
La diga, costruita in calcestruzzo armato è alta 55 m e lunga 180 m considerando il solo fronte e 322 m considerando alcune strutture adiacenti. Il lago, che aveva una capacità originaria di 12,5 milioni di metri cubi, poi ridottasi a 10,5 a causa del progressivo interramento, è lungo 2,5 km e raggiunge una larghezza massima di 750 m.
Parchi
La val Tidone è interessata dalla presenza di alcuni parchi:
Parco del castello Dal Verme: parco di interesse comunale esteso per 79 ettari intorno al castello Dal Verme di Zavattarello, situato su un rilievo collinare tra il corso del Tidone e quello dei suoi affluenti Morcione e Calghera. Il parco include una serie di territori collinari, in parte coperti da boschi e in parte dedicati all’agricoltura.
Giardino botanico alpino di Pietra Corva: Situato a 950 m s.l.m. sulle pendici della Pietra Corva, tra i territori comunali di Romagnese e Alta Val Tidone, venne fondato nel 1967 dal veterinario e naturalista Antonio Ridella con l’obiettivo di conservare la presenza di piante caratteristiche delle alte quote provenienti da varie parti del mondo, tra le quali la rara Meleagride. A partire dal 2004 il giardino è sede del centro studi dell’Appennino settentrionale.
Storia
La vallata fu abitata fin dalla Preistoria: lungo la valle del torrente Chiarone sono stati ritrovati resti di insediamenti databili tra il V e il III millennio a.C.. Altri ritrovamenti, avvenuti tra la zona della Rocca d’Olgisio e la piana di San Martino sono invece databili alle età del bronzo e del ferro.
In epoca romana la zona fu densamente abitata, resti di abitati romani sono stati trovati nei pressi del cimitero di Pianello, nei pressi di Trevozzo e Nibbiano (chiamato dai romani Curte Neblani), e nella zona della foce del rio Cavaglione nel Tidone, non lontano da Caminata. In età tardo-antica e alto medievale si svilupparono insediamenti, tra i quali quello della piana di San Martino, situato nel comune di Pianello Val Tidone e diventato sede di campagne di scavi archeologici tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo. In epoca longobarda il territorio entrò insieme ad altri nel controllo con vari possedimenti dell’abbazia di San Colombano di Bobbio ed al suo ricco feudo reale ed imperiale monastico
Nei secoli immediatamente precedenti e successivi all’anno Mille vennero costruiti in tutta la valle diversi castelli, tra i quali quello di Nibbiano, quello di Pianello e quello di Zavattarello: questi castelli furono, nei secolo successivi coinvolti nelle aspre lotte tra guelfi e ghibellini. Intorno alla metà del XII secolo, la valle vide il passaggio di Federico Barbarossa che distrusse i castelli di Pianello e Corano.
Nella seconda metà del trecento, dopo essere passata sotto il dominio visconteo, l’alta valle fu assegnata alla famiglia Dal Verme, che già possedeva i centri di Bobbio e Voghera, rimanendo, comunque sempre assoggettata al ducato di Milano. Nel 1449 il duca di Milano Francesco Sforza creò, nella bassa valle, il feudo della contea di Borgonovo, che comprendeva in val Tidone territori di Borgonovo e Agazzano, nonché i territori di Piozzano e Ziano, ricadenti solo in parte nella vallata, e che fu assegnata nel 1451 a Sforza Secondo Sforza.
Negli anni successivi la parte medio-bassa della valle venne via via annessa al ducato di Parma e Piacenza che estese il suo dominio su Pianello nel 1646 e sulla conte di Borgonovo nel 1679. Con il trattato di Aquisgrana, firmato nel 1748, la valle fu divisa politicamente tra il ducato di Parma e Piacenza, che controllava la bassa e media valle fino a Nibbiano e e lo stato sabaudo, che controllava l’alta valle da Caminata, nonché Bobbio; la dogana tra i due stati venne posta tra Nibbiano e Caminata.
La valle tornò ad appartenere alla stessa entità statale nel 1860, con l’annessione dei territori del ducato di Parma e Piacenza al regno di Sardegna, risultando divisa tra le province di Pavia e Piacenza. Nel 1923, nell’ambito della soppressione del circondario di Bobbio, i comuni di Caminata, Ruino, Romagnese, Trebecco e Zavattarello vennero scorporati dalla provincia di Pavia e assegnati alla provincia di Piacenza unendo tutta la vallata all’interno della provincia piacentina. Questa divisione comportò numerose proteste degli abitanti dei centri dell’alta valle, desiderosi di rimanere in provincia di Pavia. Le proteste culminarono nella marcia su Bobbio e nell’indizione di alcuni referendum che, tenutisi il 27 febbraio 1925 videro la vittoria della fazione che chiedeva il ritorno in provincia di Pavia. Nel 1926 in parziale accoglimento dei risultati dei referendum i comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello vennero annessi alla provincia di Pavia, mentre i comuni di Trebecco e Caminata rimasero parte della provincia di Piacenza e nel 1928 vennero privati della loro autonomia, venendo aggregati al comune di Nibbiano. Il comune di Caminata venne, poi, ricostituito nel 1950.
Tra il 2018 e il 2019 vennero costituiti due nuovi comuni nella vallata: Alta Val Tidone, nato dalla fusione di Caminata, Nibbiano e Pecorara e Colli Verdi, nato dalla fusione di Carnevino, Ruino e Valverde
Cultura
La parte alta di questa valle fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle quattro Province, caratterizzato da usi e costumi comuni e da un repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico.
Tra le tradizioni che continuano a vivere vi è quella del Cantamaggio: nella notte dell’ultimo giorno di aprile gruppi di canterini passano per le cascine, suonando e cantando strofe augurali (diverse per i vari paesi), chiedendo uova, si chiama la galina grisa. Nella zona di Pianello si conclude con una cena in piazza con una tavolata ininterrotta per tutti i partecipanti, a Romagnese si svolge il sabato Santo, mentre a Cicogni si tiene nei primi giorni di maggio.
In ambito musicale nella valle sono organizzati Eventi Musicali Internazionali della Val Tidone che includono i Concorsi Internazionali di Musica della Val Tidone, il Val Tidone Festival e il Val Tidone Summer Camp e sono promossi ed organizzati dalla Fondazione Val Tidone Musica in collaborazione con l’Associazione Culturale Tetracordo
Economia
L’economia della vallata è di carattere principalmente agricolo, tra cui spicca, in particolare, la viticoltura, con la parte bassa della valle che è inclusa nella zona DOC dei colli piacentini. Nella valle si è diffuso anche il turismo enogastronomico con la presenza di ristoranti e agriturismi
La principale arteria della valle è l’ex strada statale 412 della Val Tidone che, partendo da Milano, supera il Po nei pressi di Castel San Giovanni e, poi, risale la valle fino a raggiungere la ex strada statale 461 del passo del Penice pochi chilometri prima dell’omonimo passo.
Tra il 1893 e il 1938 la valle fu servita dalla tranvia Piacenza-Pianello-Nibbiano che collegava Piacenza a Castel San Giovanni e, da qui, risaliva la vallata fino a Nibbiano: la linea fu aperta all’esercizio in vari tronconi tra il 1893 e il 1908 e soppressa tra il 1933 (tratto Pianello-Nibbiano) e il 1938.
La val Tidone appartiene amministrativamente ai comuni di Agazzano, Alta Val Tidone, Borgonovo Val Tidone, Colli Verdi, Pianello Val Tidone, Piozzano, Romagnese, Varzi, Zavattarello e Ziano Piacentino; Borgonovo Val Tidone e Colli Verdi si trovano sulla sinistra orografica del torrente, Agazzano e Pianello Val Tidone si trovano sulla sponda destra del torrente, Alta Val Tidone, Romagnese e Zavattarello comprendono porzioni territoriali su entrambe le sponde, il territorio comunale di Varzi comprende una piccola parte della valle del Morcione, affluente di sinistra del Tidone, il territorio comunale di Piozzano comprende una piccola parte della valle del Lisone, affluente di destra del Tidone, mentre il territorio comunale di Ziano Piacentino comprende una piccola parte della valle del Gualdora, affluente di sinistra del Tidone. Tutti i capoluoghi comunali si trovano in val Tidone, eccetto Varzi, situato in val Staffora, Agazzano e Piozzano, situati entrambi in val Luretta e Ziano Piacentino situato nella valle del torrente Lora.
La parte di alta valle che ricade in provincia di Piacenza, compresa nei comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara, poi unitisi nel comune di Alta Val Tidone, e Pianello Val Tidone ha fatto parte della comunità montana valle del Tidone, fino alla sua chiusura, mentre la parte di alta valle che ricade in provincia di Pavia fa parte della comunità Montana Oltrepò Pavese. Infine, la parte di valle del torrente Lisore ricadente nel comune di Piozzano ha fatto parte della comunità montana Appennino Piacentino, poi diventata Unione Montana Valli Trebbia e Luretta.
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